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Corsi per falsi medici in India

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Oltre due milioni di “dottori fai da te” prescrivono medicinali e operano rischiando di uccidere i pazienti. Il governo indiano ha ordinato “mini corsi” di medicina ai falsi dottori.

di Vito Nicola Lacerenza

Si stima che in India i falsi medici costituiscano un “esercito” di circa due milioni e mezzo di uomini. Sono comunemente noti col nome di “quacks” e operano per lo più nelle vastissime zone rurali del Paese. Per la legge indiana sono dei criminali ma il popolo li rispetta e li protegge, così le autorità accettano tacitamente la presenza dei falsi dottori sul territorio. Per tale ragione il medico indiano Abbijit Choudhury, un medico vero, ha proposto al governo  di istituire un “corso ultra basico di medicina” di nove mesi dedicato esclusivamente ai quacks. «È un modo per fornire loro nozioni di anatomia, informazioni su come riconoscere i sintomi delle malattie e insegnargli alcune tecniche di pronto intervento- ha spiegato  Abbijit Choudhury-  per me i quacks non sono dei criminali ma “lavoratori informali” dell’assistenza sanitaria. I dottori veri e propri non osano recarsi nelle comunità rurali e per milioni di contadini i  quacks sono l’unica “assistenza sanitaria” disponibile. Il “mini corso” non li rende medici, ma serve solo a fornire una preparazione minima che li renda meno pericolosi».  I “falsi dottori” indiani simulano il modo di agire dei veri professionisti. Diagnosticano malattie, prescrivono farmaci e svolgono “operazioni chirurgiche” in normalissime stanze utilizzando strumenti di fortuna. Ignorano le più elementari norme igieniche e non sanno nulla della composizione del corpo umano. La totale impreparazione rende l’operato dei quacks dannoso per la salute dei pazienti che spesso, per colpa dei servizi offerti dai falsi medici, peggiorano irrimediabilmente il loro stato di salute. Mesi fa nella città di Unnao, situata nello Stato indiano di Uttar Pradesch, un quacks ha trasmesso il virus dell’ H.I.V. a decine di persone, utilizzando una siringa con l’ago infetto. Il “dottore fai da te” non sapeva che le siringhe sono usa e getta e così utilizzava la stessa con tutti i pazienti.

Il “corso di medicina ultra basica” di nove mesi proposto dal dottor  Abbijit Choudhury ha come obiettivo quello di evitare tragedie simili. L’idea è stata accolta positivamente dallo Stato Indiano del Bengala occidentale che ha già dato inizio al progetto. Ma buona parte della comunità medica locale si è schierata contro il “mini corso di medicina” definendolo  un modo per “legalizzare il comportamento criminale dei falsi medici e un’ “ingiustizia” nei confronti di coloro che, prima di entrare nel mondo della sanità, frequentano corsi universitari  tradizionali. In india per conseguire la laurea in medicina occorrono 5 anni e mezzo, mentre per la laurea in scienze infermieristiche ne occorrono 3. Pur riconoscendo che il corso ultra basico di medicina non è “la soluzione perfetta”, Abbijit Choudhury ha difeso la sua idea sottolineando come la colpa di tale situazione non sia dei quacks ma del governo indiano, che non rende l’assistenza sanitaria accessibile ai  poveri e non costruisce abbastanza ospedali pubblici, quasi sempre sguarniti di personale e privi di strumentazioni adeguate. L’India è tra le nazioni che investono meno nella sanità, solo l’1,4% del PIL.  L’Italia spende quasi 8 volte di più.

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