Italia
Coronavirus. Il 29enne Gabriele Mattia racconta il suo dramma dall’ospedale di Rovereto
A cadere nella rete del virus Covid-19 ci sono purtroppo anche dei giovani ragazzi: uno fra questi, Gabriele Mattia di 29 anni. Non è un virus che fa male solo agli anziani. #restiamoacasa
di Ilaria Carlino
Mattia si trovava per lavoro a Canazei in un complesso sciistico nel trentino. Molto probabilmente il contagio è avvenuto proprio lì sul luogo di lavoro in quanto ha dichiarato la presenza di diverse persone provenienti da zona rossa, che avevano preso d’assalto la località dopo la fuga dalla quarantena.
“Ho sottovalutato il problema, non gli davo peso, ero uno di quelli che diceva che era una semplice influenza, mi sentivo invulnerabile e invincibile”, queste le parole del ragazzo che parla dall’ospedale di Rovereto dove è attualmente ricoverato.
Mattia, che specifichiamo non soffre di nessuna patologia, anzi si ritiene una persona del tutto sana e sportiva, ha cominciato a sentire che qualcosa non andava nel suo corpo una sera a casa in seguito a dei problemi respiratori, per lui del tutto nuovi e ignoti; la difficoltà a respirare si era fatta talmente importante che é stato necessario l’intervento dell’ambulanza e dei medici che hanno in seguito ritenuto opportuno un tampone per il Coronavirus, che ne ha attestato poi la positività.
“Tutto mi aspettavo tranne questo. Quando ho cominciato a stare male, mi sono reso conto che il mio corpo si accorgeva che stava combattendo una cosa nuova, e mi sono molto spaventato. Siate responsabili, mettetevi una mano sulla coscienza e abbiate pazienza. Tutto tornerà come prima, arriverà il tempo in cui torneremo ad abbracciarci, ma non è ora. Io sono la diretta testimonianza che anche un ragazzo giovane può stare male e riportare gravi danni. Non bisogna sottovalutare il coronavirus, nemmeno i medici sanno bene con cosa hanno a che fare”.
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Mattia è solo una testimonianza di qualcosa di molto grande, quasi nascosto: questo virus con cui la nostra nazione e tutto il resto del mondo sta combattendo ogni giorno ha colpito purtroppo milioni di persone, e non solo anziani. Tra i contagiati che in questo momento stanno combattendo ci sono anche giovani vite, ed è fondamentale dirlo e ricordarlo. Ricordarlo per il bene di tutti quanti, affinché lo sforzo di stare in casa che ci è stato richiesto un senso, un buon senso che sconfigge l’infezione altamente virale.
Restare a casa è un dovere verso noi stessi e verso gli altri, per limitare contagi e tragedie, per vedere la luce al più presto.
Oltre 50.000 denunce sono state fatte nel giro di pochi giorni nel nostro paese, chiara conseguenza del non rispetto delle regole imposte. Perciò ricordiamolo ancora: basta passeggiate, corse sportive, assembramenti; rimaniamo a casa il più possibile e usciamo solo per situazioni di vera necessità. Per il bene di tutti quanti. #restiamo a casa