Arte & Cultura
Compie cento anni il viaggio di Ulisse, l’antieroe di Joyce e Dublino festeggia il suo genio
Il Viaggio di Joyce- Ulysses, abbraccia il mondo degli uomini per raccontarli e come quello di Omero rappresenta la scoperta nel cammino dell’uomo che, così costruisce la propria identità, arricchendosi delle diversità degli altri.
di Antonio Martinelli Carraresi
L’Ulysses di James Joyce, uno dei capolavori della letteratura del XX secolo festeggia cento anni e continua il suo viaggio affascinando generazione, dopo generazione, per la sua sorprendente modernità, alimentando con la sua forza l‘aura incantatrice di Dublino. Il Viaggio di Joyce- Ulysses, abbraccia il mondo degli uomini per raccontarli e come quello di Omero rappresenta la scoperta nel cammino dell’uomo che, così costruisce la propria identità, arricchendosi delle diversità degli altri. Ulisse è inteso non come singolo personaggio, ma come l’insieme di diverse coscienze.
Molti sono i fattori che convivono e si scontrano nella Dublino vissuta dal protagonista: la scoperta, il quotidiano, la religione, l’Irlanda cattolica, la filosofia cristiana medievale, l’antropologia. Ad ispirare l’Ulisse/ Leopold Bloom, l’uomo comune, è stato un certo Hunter, un ebreo, conosciuto a Dublino e il personaggio vuole, con i suoi tratti, rappresentare tutta l’umanità. Joyce iniziò a tracciare il romanzo a Roma poi altre città hanno arricchito l’ispirazione, come Trieste, dove scrisse almeno i primi 3 capitoli, successivamente anche Zurigo ma, la narrazione è incrementata dalle atmosfere e dall’energia di Dublino, dove vengono animati gli ambienti conosciuti dall’autore, come la casa, il pub, ma anche l’insieme vitale della città, tutto ritratto con realismo dove però, nello stesso tempo si respira l’incantesimo di una città che diventa uno dei protagonisti della vicenda.
“Il carattere di Ulysses mi ha affascinato fin dall’ infanzia, ho lavorato su questo libro per sette anni” cosi James Joyce racconta il suo capolavoro, che scrisse appena più che trentenne, quando viveva quasi in condizioni di povertà, disoccupato e con moglie e due figlie a carico. “Il mio Ulisse è un Odissea Moderna, racconta l’epica del corpo umano, in cui il mito viene rovesciato, ironizzato secondo i tempi moderni e affermato in chiave antieroica e anti sublime” continua Joyce.”
Un’Odissea moderna che racconta l’uomo attraverso un linguaggio ricco di contrasti, paradossi e simboli. Il libro inizialmente fu censurato perché accusato di oscenità, tanto che a Parigi qualcuno comprò tutti i libri pubblicati e li bruciò e in America usci con un escamotage, pubblicato dalla coraggiosa e intraprendente Random House. Oggi Il 16 giugno, la giornata in cui si svolge il racconto, viene celebrata e, non soltanto a Dublino ma in molte altre città del mondo, la Bloomsday per ricordare e omaggiare Ulysses di James Joyce. Il manoscritto autografo di Joyce è conservato presso il Rosenbach Museum and Library di Philadelphia.