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Come un tartufo nel bosco – Like a Truffle in the Woods

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Tempo di lettura: 7 minuti
di emigrazione e di matrimoni

Come un tartufo nel bosco

di Carmelina Micallef

Siamo tutti immersi nel tempo, e la qualità della nostra vita dipende dalle scelte che facciamo su come viverlo. La società moderna, con il suo ritmo frenetico, ci spinge a inseguire obiettivi che spesso sfuggono al nostro controllo, facendoci dimenticare il valore della lentezza e della riflessione. In questa corsa continua, trascuriamo che ogni opportunità ha un suo momento preciso e irripetibile.

Negli ultimi anni, molti di noi hanno vissuto una pausa inaspettata, che ha offerto l’occasione di riflettere sul nostro ritmo di vita e di lavoro. In questo contesto, io stessa ho compreso che l’intensità del presente può convivere con la saggezza delle tradizioni, arricchendosi reciprocamente. Stiamo tutti riscrivendo la nostra visione del tempo. Ma abbiamo davvero interiorizzato questa nuova prospettiva? Alcuni continuano a correre, mentre altri scelgono di fermarsi e osservare. Quale direzione prenderemo?

In questo scenario, le sagre dei piccoli borghi italiani offrono occasioni preziose per celebrare le tradizioni e riscoprire il legame profondo con la terra. Non si tratta solo di feste, ma di eventi che custodiscono storie, connesse alle generazioni passate, immerse in un tempo lontano che possiamo solo immaginare. Fermarsi a osservare permette di cogliere il loro valore autentico, ben oltre il semplice intrattenimento.

Ad esempio, prendiamo la Sagra del Tartufo di Colliano e la Sagra della Castagna di Sicignano Degli Alburni, entrambe in provincia di Salerno.

La pazienza e l’impegno necessari per cercare tartufi nei boschi o arrostire castagne sul fuoco sono insostituibili. Questi frutti della terra, semplici e preziosi, meritano di essere preservati e valorizzati, mostrando la loro unicità al mondo. Le castagne, un tempo erano un alimento essenziale per la dieta contadina. Venivano usate per fare il pane, le zuppe e dolci, costituendo una risorsa vitale durante l’inverno, quando il cibo scarseggiava. Per questo, erano note come “il cibo dei poveri.”

Oggi possiamo lasciarci conquistare da un pasto abbondante, accompagnato da buon vino e ottimo cibo, ma senza una vera consapevolezza di ciò che stiamo mangiando, quanto possiamo apprezzarlo davvero?

Le nuove generazioni, con il loro entusiasmo e creatività, potrebbero trasformare questi eventi in autentiche occasioni di apprendimento e riscoperta culturale, andando oltre la semplice festa. Con tanti anziani ancora presenti nelle comunità, veri “scrigni viventi” di conoscenze, si apre l’opportunità di creare uno scambio tra generazioni. Gli anziani potrebbero raccontare storie, tramandare ricette e condividere saperi antichi, permettendo ai giovani, con il loro supporto, di valorizzare e preservare questo patrimonio prezioso.

Quando visitiamo questi paesini, cerchiamo qualcosa di più di una giornata spensierata. L’acquisto di un prodotto locale diventa il simbolo di una tradizione che ci accompagna a casa, ma la vera attrazione è lo stile di vita, la cultura che si esprime in ogni gesto. Pensiamo ad esempio alla caccia del tartufo. Chi la pratica conosce i segreti del terreno e sa che ogni fase, dalla ricerca con cani addestrati alla preparazione del piatto, è una tradizione antica. Lo stesso vale per le castagne. Il rito della cottura non è solo cucina, ma una tradizione fatta di storie raccontate intorno al fuoco e di ricette tramandate come il castagnaccio, i bocconotti, (dolcetti ripieni, un vero gioiello della pasticceria tradizionale italiana) e altri dolci tipici.

Sono gesti che raccontano un vivere legato ai ritmi della natura, dove il tempo è rispettato e mai forzato. Allo stesso modo, anche la natura della persona richiede rispetto per i suoi tempi interiori, senza fretta né pressioni. Un equilibrio che consente ad ognuno di entrare in armonia con sé stesso.

Un altro esempio è il Caciocavallo dell’Emigrante, un’invenzione degli artigiani caseari campani durante le grandi ondate migratorie per permettere agli italiani di portare un assaggio della propria terra negli Stati Uniti, nonostante le rigide normative doganali. Questo formaggio “camuffato” superava i controlli nascondendo all’interno salamini o altri prodotti tipici, aggirando così le restrizioni sull’importazione di carni.

Chissà quanti giovani oggi conoscono questa storia?

Nonostante il fascino di queste tradizioni, le realtà rurali affrontano, purtroppo, grandi difficoltà. Molti giovani e meno giovani, attratti dalle prospettive delle grandi città o dall’estero, lasciano i luoghi d’origine per mancanza di opportunità di crescita e realizzazione. La ricerca di una vita più stabile li spinge ad abbandonare i villaggi dove le loro famiglie hanno vissuto per generazioni. In loro assenza, le case restano vuote e la popolazione invecchia, indebolendo il tessuto sociale di queste comunità.

Anche le feste di paese, che si tengono solo per pochi giorni all’anno, rischiano di perdere la loro autenticità, trasformandosi in un ricordo sbiadito di ciò che erano, fino a svanire del tutto. É quindi essenziale che questi eventi non siano semplici celebrazioni, ma diventino vere e proprie occasioni di appartenenza, trasformandosi in qualcosa di profondamente nostro che nemmeno lo scorrere del tempo potrà mai cancellare.

Quando ci immergiamo nei colori, nei suoni, nei profumi e nelle tradizioni di questi straordinari piccoli villaggi, scopriamo un vero senso di appartenenza. Queste esperienze non solo ci collegano alla nostra storia, ma aprono anche nuove possibilità entusiasmanti per noi stessi, per le future generazioni e per i visitatori che desiderano conoscere meglio il nostro paese. Per creare qualcosa di significativo, dobbiamo avere il coraggio di innamorarci di nuovo e scavare più a fondo per scoprire cosa si nasconde sotto la superficie, proprio come cercare un tartufo nel bosco.

di emigrazione e di matrimoni

Like a Truffle in the Woods

by Carmelina Micallef

The way we use our time determines the quality of our lives. Modern life urges us to chase goals that often feel out of reach. In this rush, we lose sight of the value of slowing down and reflecting, forgetting that every opportunity arrives with a unique moment, one that may never come again.

Recently, many of us faced a pause that made us rethink our work- life rhythms. During this time, I learned that you can live fully in the moment by accepting the wisdom of old customs. How well have we internalised this? Some people continue to race ahead, while others take a moment to reflect. Is there a way to move forward?

In this context, food festivals in small Italian villages provide valuable opportunities to  honour traditions and reconnect with the land. These events are much more than social gatherings. They offer glimpses into bygone eras we can only imagine. Taking a moment to appreciate these traditions reveals their true worth, which goes beyond simple entertainment.

For example, let’s take the Truffle Festival in Colliano or the Chestnut Festival in Sicignano Degli Alburni, in the province of Salerno.

The patience and dedication needed to hunt for truffles in the woods or roast chestnuts over an open fire cannot be replaced by technology. These little treasures are simple yet priceless, and deserve to be protected and shared. Historically, chestnuts played a vital role in rural diets, being used to make bread, soups, and desserts. They were known as the poor man’s food because they provided nourishment during the winter months when food was scarce.

Can we really appreciate what we’re tasting if we don’t understand its origins?

The enthusiasm and creativity of young people can turn these occasions into more than just fun days. They can become real opportunities for learning and cultural enrichment. Our elders have a wealth of knowledge, which gives us a valuable chance for intergenerational exchange. By sharing stories, and traditional skills, young people can learn to appreciate their heritage with their support.

When visiting these villages, we look for more than just a pleasant day out. Buying a local product allows us to take home a piece of tradition, but it’s the lifestyle that attracts people, the culture expressed in every gesture. Take truffle hunting, for example. Those who do it know the secrets of the soil and the process. From searching with trained dogs to preparing a delicious meal, is a tradition in itself. The same goes for chestnuts. Roasting them becomes a shared ritual, with stories around the fire and recipes like “Castagnaccio,” “bocconotti,”(stuffed bite – sized pastries, a true delight of traditional Italian pastry) and other classic treats.

These gestures capture a lifestyle that aligns with the rhythms of nature, where time is appreciated and never rushed. In the same way, we should respect our own natural pace. Finding this balance helps each person connect with themselves and discover a greater sense of balance in their lives.

Another example is the “Caciocavallo dell’Emigrante,”an ingenious creation by cheese-makers in Campania that allowed emigrants to bring a taste of Italy with them to the United States, despite strict customs regulations. Made in Campania, this “hidden” cheese could slip through customs undetected. Similar tactics were used to hide other local products, like small salamis, enabling them to bypass meat restrictions.

I wonder how many young people today are aware of these clever solutions?

Yet, despite their charm, these traditions face serious challenges. Many people, not only the young, are leaving their hometowns due to a lack of prospects. They leave the villages where their families have lived for generations in search of a more stable life.

Even village festivals, which come alive for just a few days each year, run the risk of becoming nostalgic memories of what they once were. This is why these occasions must be more than just celebrations and act as a starting point for reconnecting with our heritage and preserving it with pride.

When we immerse ourselves in the sights, sounds, smells, and traditions of these remarkable places, we discover a true sense of belonging. These experiences not only connect us to our history but also open up exciting new possibilities for ourselves, future generations, and visitors who want to learn more about our country.

To create something meaningful, we must have the courage to fall in love again and dig deeper to uncover what lies beneath the surface, much like searching for truffles hidden in the woods.

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