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Circoscrizione estero AAOA ed i problemi geopolitici di questo millennio

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Guai grossi nell’area della est Asiatico e del Pacifico, le diplomazie si parlano ma utilizzano un linguaggio che normalmente le diplomazie non dovrebbero utilizzare.

È da molti mesi che gli Usa direttamente od indirettamente hanno deciso che la continua crescente economia cinese e la volontà della stessa di dettare una propria linea economico-politico-finanziaria tramite la creazione della Nuova Via della Seta, gli enormi investimenti nel Continente Africano, la stretta collaborazione energetica  e monetaria coi Russi, la volontà di utilizzare l’oro per l’acquisto del petrolio per non usare i petrol-dollari  e  la politica di sviluppo in tutta l’area dell’Est Asiatico, oltre a dover essere tenuta sotto controllo va decisamente fermata.

Ed i primissimi alleati storici degli Usa, l’Inghilterra e l’Australia hanno sin da subito prontamente risposto alla chiamata dell’alleato principale tant’è che il Primo Ministro Australiano Scott Morrison ha tuonato mesi fa contro l’atteggiamento della Cina che a sua volta ha incominciato a creare problemi all’Australia limitandone le importazioni e creando disguidi alle navi container australiane che approdano sulle coste del Dragone cariche di carbone e di altre materie prime, e già in qualche occasione le navi militari delle rispettive nazioni si sono sfiorate, creando episodi che vanno oltre l’incidente diplomatico, insomma, vere e proprie provocazioni da una parte e dall’altra.

Ora ci troviamo di fronte alle affermazioni del Segretario della difesa inglese Ben Wallace che ha dichiarato che non si farà intimorire dalla flotta cinese quando una delle sue principali Portaerei ed altre navi della flotta militare Britannica si recheranno in Giappone a settembre, chiedendo al Governo cinese di rispettare le regole di navigazione internazionali senza provocare od infastidire le navi che per un certo tratto solcheranno le acque del mar della Cina per arrivare nei vari porti Giapponesi.

Pechino ovviamente non gioisce di queste affermazioni e tramite il Ministro degli Esteri cinese Zhao Lijian fa sapere al Segretario della Difesa Ben Wallace che sottovalutare la capacità e la volontà del popolo cinese di difendere la propria sovranità è un errore che potrebbe costare caro ai Britannici ed a tutti coloro che intendono sostenere questo oltraggio. E se sommiamo le tensioni tra Singapore, Taiwan e la Cina con le affermazioni del Governo cinese che subito ha messo in guardia tutto l’Occidente a non interferire nella gestione di queste tensioni, ci troviamo di fronte ad un grosso guaio per tutte le Nazioni che si trovano nell’area dell’est asiatico e nell’area del Pacifico dove, i Governi, si troveranno a camminare su di un filo sottile con la possibilità che si possano creare le condizioni per un inizio di scontro bellico tra il blocco Occidentale e la Cina, Cina che sicuramente non sarà lasciata sola se questo dovesse accadere visto gli ottimi rapporti tra Xi Jin Ping e la Russia di Vladimir Putin, l’amicizia coi Venezuelani aiutati dagli Iraniani che incuranti dell’embargo, imposto dagli Usa per gli approvvigionamenti del petrolio raffinato verso il Venezuela, continuano a forzare i blocchi navali facendo arrivare le loro navi cisterna a destinazione, cioè nei porti Venezuelani!

Anche il posizionamento delle Forze Alleate ai confini russi, se vengono osservate in un quadro generale ci fanno pensare che la Nato e gli Alleati si stiano posizionando sulla scacchiera mondiale come se in un futuro non molto lontano si potesse materializzare la possibilità di un attacco militare alle due nazioni, che sembrano ormai essere il nuovo blocco da combattere, Russia e Cina.

Naturalmente c’è da sperare che tutti questi spostamenti e posizionamenti non siano volti alla preparazione di un conflitto bellico, certo è che a vedere come Cina, Usa, Inghilterra, Australia e Russia  stanno “dialogando”, si fa per dire,  il timore che possa succedere il peggio è un opzione da non scartare, quindi,  a settembre avremo già un primo assaggio di quello che potrebbe succedere in un futuro non lontano, osservando se le tensioni diplomatiche si trasformeranno in provocazioni od addirittura in azioni militari. Non ci resta dunque, che aspettare e valutare gli eventi che ci si paleseranno da settembre in poi.

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