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Cinema & Teatro

Cinema: da Roma a Hollywood, un viaggio di sola andata

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Tempo di lettura: 3 minuti

Intervista a un giovane compositore italiano che lavora alle colonne sonore di Hollywood, Jacopo Trifone

di Andrea Cavazzini

Sappiamo a volte che il fondamento della virtù e delle qualità che esprimiamo nel nostro lavoro  non sempre sono sufficienti per trovare il giusto riconoscimento, come non può certamente bastare adagiarsi sui successi pregressi, più che mai se parliamo di Cinema un comparto che è sempre stato un fiore all’occhiello del nostro Paese soprattutto se pensiamo al mito di Cinecittà,  del Neorealismo un fenomeno tutto italiano che ha fatto scuola nel mondo,  quel momento d’oro del nostro Cinema firmato dai vari De Sica, Germi e Comencini tanto per citare i registi più autorevoli.

E con esso i tanti giovani e maestranze tra operatori, tecnici, e professionalità a vario livello che potrebbero e vorrebbero dare il loro contributo ma che non sempre riescono a trovare spazio e gloria alle nostre latitudini.

Eppure il talento non manca e necessariamente bisogna guardare altrove.

Ne sa qualcosa un giovane compositore italiano che lavora alle colonne sonore di Hollywood, Jacopo Trifone.

Nato e cresciuto a Roma, dopo la laurea in Italia ha deciso di seguire un Master in America per specializzarsi nella produzione di colonne sonore. Le proposte di lavoro sono arrivate subito dopo da Hollywood, dove lavora già da tre anni.

Jacopo, parlaci del tuo lavoro

“Nel 2007 ho iniziato a lavorare nello studio di Tom Holkenborg a Los Angeles, uno dei più importanti di Hollywood per la realizzazione delle colonne sonore; la formazione che ho avuto presso l’Università di Miami è stata sicuramente determinante per poter lavorare in questo settore. Nel team lavoriamo per obiettivi, spesso nei week end e talvolta per più giorni di seguito, ma le soddisfazioni ripagano tutti i sacrifici fatti; purtroppo in Italia difficilmente avrei avuto le stesse occasioni, considerando che ho solo 26 anni.

Come compositore utilizzo nella prima fase strumenti digitali dove la tecnologia è ai massimi livelli che permettono di rieditare il brano e modificarlo fino alla perfetta simbiosi con le sequenze del film; quest’ultime costituiscono l’ispirazione per la colonna sonora, ma alcune volte la musica può a sua volta influenzare la pellicola. Sappiamo anche come le colonne sonore di molti film abbiano contribuito al loro successo. Si passa poi per la fase finale in uno studio di registrazione con l’orchestra. Infatti, le produzioni che possono contare su un budget importante, preferiscono registrare la versione definitiva della colonna sonora dal vivo, E’ stata finora un’esperienza fantastica lavorare a Hollywood per le colonne sonore di film come Tomb Rider, Mortal Engines, Alita, Sonic,Terminator Dark Fate, Scooby! e collaborare con personaggi famosi quali James Cameron e Peter Jackson, noti per film come Titanic, Avatar e il Signore degli Anelli..”

Continuerai a lavorare a Los Angeles?

“Penso di si. E’ infatti probabile che il mio viaggio di lavoro da Roma a Los Angeles sia stato di sola andata; le occasioni e le soddisfazioni che offre Hollywood sono difficili da trovare in Italia, anche se mi piacerebbe molto poter dare il mio contributo anche alla nostra industria cinematografica”.

Qual’è stata la tua esperienza finora?

Negli ultimi anni ho lavorato nel suo piccolo team alle colonne sonore di Tomb Rider, Mortal Engines, Alita, Sonic,Terminator Dark Fate, Scooby! (in uscita a maggio). Ho avuto l’occasione di collaborare con personaggi come James Cameron e Peter Jackson, noti per film come Titanic, Avatar e il Signore degli Anelli. Abbiamo talvolta lavorato per più giorni di seguito senza nemmeno riposare, ma le soddisfazioni ripagano i sacrifici fatti; purtroppo in Italia difficilmente avrei avuto le stesse occasioni, considerando che ho solo 26 anni.”

Come nasce la colonna sonora di un film di Hollywood?

La colonna sonora è fin da subito parte integrante del film, non è secondaria e nasce in parallelo al film; una volta pronta, viene registrata con un’orchestra passando quindi dalla versione digitale a quella dal vivo in sala di registrazione: si preferisce infatti l’imperfezione di un’orchestra alla freddezza del suono digitale prodotto al computer..

E il tuo futuro?

Mi piacerebbe lavorare in una produzione italo-americana; in fin dei conti il cinema italiano è molto quotato qui a Hollywood e sarebbe gratificante dare il mio contributo.

Lo auguriamo a lui ed al nostro cinema.

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