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Centinaia di migliaia di venezuelani in fuga dalla crisi verso i Paesi vicini

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Tempo di lettura: 2 minuti

Brasile e Colombia inviano l’esercito alle frontiere per bloccarli.

di Vito Nicola Lacerenza

Oro, oro nero, diamanti. Tre elementi che, per un Paese, dovrebbero significare ricchezza e prosperità, in alcuni casi, fanno da sfondo alle crisi economiche più terribili. Il Venezuela, nel cui sottosuolo giace la riserva petrolifera più ricca del mondo, è in ginocchio e il suo popolo è ridotto alla fame, in un clima di guerra civile dove regna incontrastato il mercato nero. Ogni giorno, oltre 30.000 venezuelani, disperati e affamati, varcano il confine con la Colombia. Alcuni lo fanno per comprare cibo, medicine e prodotti di prima necessità, come carta igienica e pannolini, introvabili in Venezuela dopo quattro anni di recessione. Altri, invece, dopo aver perso tutto, scappano per non tornare mai più e cominciare una nuova vita, perlomeno senza i pericoli che si sono lasciati alle spalle. Molte donne sono costrette a prostituirsi per sopravvivere e trovare il cibo per i figli, i quali mendicano per le strade, mentre gli uomini o vengono sfruttati per i lavori pesanti, oppure si trasformano in mendicati.

Le terribili condizioni di vita tuttavia non scoraggiano i venezuelani, che continuano a dirigersi a fiumi verso il confine con la Colombia. E proprio a Cùcuta, una cittadina all’estremo nord della Colombia ai confini con il Venezuela, secondo le autorità locali, sono transitati 210.000 migranti, che si sono accampati in tutti gli spazi pubblici disponibili, occupando persino il palazzetto dello sport, quest’ultimo soprannominato dagli abitanti di Cùcuta, con un pizzico di ironia, “Hotel Caracas”, per indicare la provenienza degli occupanti. Anche il Brasile, seppur in misura minore, è stato travolto da un’ondata migratoria di venezuelani. Nel 2017 40mila profughi, provenienti per la maggior parte da Caracas,  si sono stabiliti nella città confinante col Venezuela di Boa Vista, capitale dello Stato brasiliano di Roraima e, adesso, costituiscono circa il 10% della locale popolazione. I governi di Brasile e Colombia temono che il flusso di migranti sia destinato ad aumentare nei prossimi mesi, mettendo in crisi l’ordine pubblico nelle rispettive zone di frontiera; per fronteggiare i previsti arrivi entrambi i Governi del Brasile e della Colombia hanno inviato rinforzi all’esercito schierato ai due confini, con l’obiettivo di offrire immediata assistenza ai migranti più bisognosi e avviare le operazioni di rimpatrio.

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