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Arte & Cultura

Calabria. Vibo Valentia Capitale Italiana del Libro al centro del secondo incontro con “Un libro al mese. Visti da Vicino” il dono della diversità. 

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Calabria. Vibo Valentia Capitale Italiana del Libro al centro del secondo incontro con “Un libro al mese. Visti da Vicino” il dono della diversità. 

Attraverso la delicata scrittura di Diego Adriano Vian in “L’arte dolce del pane”, la ricchezza dell’essere “diversi”. 

di Antonio Martinelli Carraresi

Una serata che non è passata in sordina quella dello scorso 22 settembre, iniziata con l’esposizione personale del pittore Valerio Agostino Prestia la cui produzione racconta i sentimenti profondi dell’anima, nulla di più indicato ad introdurre il secondo incontro della rassegna letteraria Un libro al mese. Visti da Vicino, ideata dalla presidente dell’Associazione no profit L’Isola che non c’è, Concetta Silvia Patrizia Marzano e giunta oramai all’ottava edizione, nella quale è stato presentato il volume “L’arte dolce del pane” di Diego Adriano Vian, primo di una trilogia pubblicata da Piazza Editore.  

Un dialogo intenso ed emozionante quello sviluppatosi tra il relatore, la professoressa Maria Carmela Galati, docente di lettere e latino presso il liceo classico cittadino “M. Morelli” e l’autore che ha lasciato il pubblico presente deliziato. 

L’insorgere della seconda guerra mondiale vede nascere un bimbo, Vanni, del quale, in questo splendido romanzo di formazione, viene tracciata parte della vita. Una vita con un segreto custodito, che sconvolge a volte anche colui che lo “porta in sé” e che non lo comprenderà appieno se non crescendo e raggiungendo l’autonomia. 

I personaggi descritti con doverosa minuzie conservano il loro complessivo essere anche nei nomi, attribuiti non a caso. Una storia nella quale le diversità, che pur appaiono evidenti, non fanno da discriminante, anzi consente si colga in esse la ricchezza del “dono”.  

Primo di una trilogia, di cui altri due volumi saranno presentati dall’autore in futuro sempre per l’Associazione no profit L’Isola che non c’è nella stessa cittadina ma fuori rassegna, ricco di riferimenti psicologici, offre la possibilità di comprendere che l’accettazione, la consapevolezza, della propria vulnerabilità consente di resistere ai colpi a volte duri della vita, quella vulnerabilità che cela una forza potente e rara. 

Al protagonista vengono richiesti atti di coraggio contro un mostro invisibile che non si trova al di fuori ma dentro di sé, l’accettazione del lato nascosto. Un lavoro non sempre semplice ed indolore, che spesso provoca lacerazioni e profonde ferite, per giungere a mettersi in contatto con la parte più profonda di sé, con gli altri e sviluppare empatia.  

Da queste ferite autoinflitte, breccia nell’armatura a difesa del sé, emerge l’umanità ed il dono che cela al suo interno. 

Al termine dell’incontro la presidente dell’Associazione promotrice ha rivolto insieme all’autore un ringraziamento all’Amministrazione Comunale ed ai numerosi cittadini intervenuti. 

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