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Ambiente & Turismo

Il Bel Paese sconosciuto

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Tempo di lettura: 5 minuti

Fare un giro sul Web può essere divertente e ogni giorno hai la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo che ti fa aprire gli occhi su quel che conosciamo poco.

di Gianni Pezzano

Questa settimana abbiamo scoperto un sito che ci permette di conoscere i misteri di un paese che quasi nessuno conosce abbastanza perché ci concentriamo così tanto su pochi punti che non ci rendiamo conto di tante altre bellezze sconosciute. Questo paese è l’Italia.

Tecnologia

Per quanto possano essere presi in giro da un Maurizio Crozza in uno dei suoi sketch più riusciti, gli architetti bravi hanno le capacità di vedere oltre le apparenze superficiali di palazzi e monumenti. Così l’architetto Paolo Rolli  ha deciso di dedicare un sito, www.italyart.eu,  alle bellezze del nostro paese dando la possibilità al webnauta di poter vedere decine di migliaia di palazzi, monumenti e altri luoghi italiani a 360 gradi e con dettagli bellissimi di questi tesori.

Guardare queste immagini ci fa capire proprio quanto siamo circondati da tesori artistici unici e di una quantità tale che probabilmente nessuno se ne rende conto fino in fondo.

Guardare questo sito ci fa capire anche che le immagini che utilizziamo per promuovere il nostro patrimonio turistico e soprattutto culturale sono quasi sempre le stesse proposte in modi leggermente diversi, ma sempre essenzialmente gli stessi luoghi statici. E abbiamo le prove nei siti internet di quanto sia limitata la visione del nostro tesoro più importante e in particolare sulle pagine di Facebook degli oriundi.

Per noi oriundi nati e cresciuti all’estero quando immaginiamo il paese di nascita dei nostri genitori o nonni vediamo nella mente il Colosseo e “er Cupolone” a Roma, la veduta panoramica di Firenze magari da Piazzale Michelangelo, i canali di Venezia e per gli sportivi i campi calcistici delle squadre del cuore.

La prova della concentrazione schiacciante della pubblicità su questi pochi centri è nel numero di turisti che li riempiono d’estate mentre vediamo i centri meno conosciuti quasi privi di turisti internazionali.

Signorie

Per chi è nato e cresciuto in Italia sembrerebbe quasi banale nominare le grandi famiglie responsabili di queste meraviglie, riconosciute sotto il nome generico di “Signorie”. Ma questa parola è inesistente all’estero perché la Storia del Bel Paese non è insegnata nel modo giusto per farle conoscere, se non alle scuole d’Arte con la materia Storia.

Di queste grandi famiglie solo una è conosciuta a livello mondiale e ovviamente sono i de Medici di Firenze. Grazie a loro abbiamo il Duomo di Brunelleschi, come anche grazie a loro Michelangelo poté imparare il mestiere che lo mise all’apice dei grandi artisti del mondo.

Però, pochi all’estero, e chissà davvero quanti in Italia fuori dalle zone interessate, conoscono cosa sia il Palazzo dei Diamanti a Ferrara della Famiglia d’Este, la Biblioteca Malatestiana a Rimini, il Palazzo Ducale a Urbino che è il patrimonio di Federico di Montefeltro o lo straordinario Palazzo Te a Mantova che in effetti era il luogo di intrattenimenti extraconiugali dei Gonzaga di quella città.

Sono tutte prove del contributo delle Signorie, grandi e piccole, al nostro patrimonio storico/culturale, ma il loro contributo non si limita soltanto a questi luoghi.

Tesori ignoti

Poi, nel corso delle nostre visite a questi luoghi straordinari abbiamo sentito ripetuto sempre la stessa frase “Tutti sappiamo quel che abbiamo”. Semplicemente questo non è vero.

Quanti italiani possono dire il motivo culturale per la nomina di Ravenna come capitale europea di Cultura un paio di anni fa? Quanti italiani hanno sentito nominare o visitato la bellissima Basilica di San Vitale e la tomba unica di Gaia Placidia che ci si trova a pochi metri?  Entrambi esempio incredibili dell’arte del mosaico bizantino che è parte fondamentale del nostro passato artistico.

Tutti gli italiani prima o poi hanno sentito nominare Giorgio Vasari e le sue biografie dei grandi artisti, ma quanti sanno non solo che anche lui fosse un grande artista, e che esiste ancora ad Arezzo la sua casa?

E anche in questo dobbiamo riconoscere un fatto triste, che più scendiamo a sud meno conosciamo dei tesori del nostro paese contenuti in queste zone.

Naturalmente Pompei ed Ercolano sono mete turistiche importanti che per troppi anni erano state quasi abbandonate dai nostri governi nazionali. Per fortuna ora sono valorizzate di più e cominciano ad attirare di nuovo livelli alti di turisti. Allo stesso modo Matera è riconosciuta, non perché promossa come un luogo straordinario, ma perché è stata la scena per moltissimi film importanti e continua a esserlo.

Però, quanti italiani possono nominare il gioiello calabrese Gerace nel cuore della costa Ionica? Quanti possono nominare, oltre la Valle dei Templi e Giardini di Naxos, i culturali luoghi importanti della Sicilia? Possiamo poi dire altrettanto della Sardegna e della Puglia che hanno anche loro migliaia di anni di Storia però rimangono sempre misteri per chi vuole trovare luoghi nuovi da scoprire per le vacanze.

Promozione o insegnamento?

Non nominiamo certe zone per caso. Oltre ad essere potenziali zone turistiche importanti, le zone del Sud sono anche zone di grandissime emigrazioni in più ondate negli ultimi 150 anni. Ora, i figli e gli altri discendenti, persino di quarta e quinta generazione, sentono il richiamo per conoscere le loro origini, ma come paese siamo ancora lontani da poter fornire l’assistenza necessaria per incoraggiare grandi numeri di questi nostri parenti e amici di tornare a paesini del passato.

Questi turisti oriundi sono potenzialmente un mezzo fondamentale per far conoscere all’estero luoghi sottovalutati dal pubblico internazionale e italiano. Ma per farlo dobbiamo guardarci in faccia come paese e ammettere che fino ad ora è un mercato che non abbiamo trattato nel modo giusto.

Per fare conoscere questi luoghi, e così anche trovare le grandi somme necessarie per restaurarli e mantenerli, dobbiamo incoraggiare loro a voler imparare almeno la base della nostra lingua e anche rendere più facile conoscere la Storia del loro passato. Purtroppo, in paragone del numero di italiani e oriundi all’esero, oltre 90 milioni, gli studenti della lingua non sono ancora sufficienti.

Grazie al sito dell’architetto Rolli abbiamo un mezzo importante per poter far conoscere questi luoghi, ma non basta.

Sapere chi siamo non è semplicemente dire “sono italiano (o di origine italiana)”, ci vuole molto di più.

Per capire chi siamo dobbiamo conoscere il nostro passato. Solo così non solo impareremo  a conoscerci davvero, ma daremo anche una spinta importantissima per far capire a tutti, a partire da noi stessi, che il nostro patrimonio storico/culturale non consiste in pochi centri, ma che in effetti tutto il nostro paese è un forziere enorme di tesori da conservare per il futuro.

Quante opere abbiamo già perso e rischiamo di perdere perché non abbiamo ancora preso le misure giuste?

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