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Arte & Cultura

I barbarians di HOFESH SHECHTER aprono il 31esimo Romaeuropa Festival

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Teatro Argentina | 21 – 24 settembre 2016 ore 21, sabato ore 19

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I barbarians di Hofesh Shechter apriranno il 31esimo Romaeuropa Festival il 21 settembre al Teatro Argentina (repliche fino a sabato 24) con un trittico dal ritmo forsennato per il quale il coreografo anglo-israeliano firma danza e musiche, a Roma in prima italiana, in collaborazione con il Teatro di Roma. Nei primi giorni del Festival, seguiranno Maritime Rites (Riti Marittimi) domenica 25 settembre alle ore 12 al Laghetto di Villa Borghese, ad accesso gratuito, il concerto galleggiante di Alvin Curran con la Banda della scuola popolare di Musica di Testaccio; OCD Love, intrigante crescendo di sensualità su musica elettronica della coreografa Sharon Eyal, il 27 e 28 ottobre al Teatro Argentina, Passione di Emio Greco con il Ballet National De Marseille il 30 settembre e 1 ottobre; Sabina Meyer con Ninfa in Lamento, spettacolo in bilico tra musica contemporanea e prassi barocca, a Villa Farnesina dal 29 settembre al 1 ottobre; Pentesilea. Allenamento per la battaglia finale, di Lina Prosa, il 29 settembre a Villa Medici (tutto il programma del Festival è online sul sito romaeuropa.net).  Coreografo tra i più acclamati della scena contemporanea, conteso dalle maggiori platee internazionali, Shechter torna a Romaeuropa con un’indagine in tre capitoli sul rapporto tra istinto e intimità, tra la passione e la banalità del sentimento amoroso, tra il pensiero e il corpo trasportato dal suono. La precisione millimetrica della danza, le luci affilate che sembrano tagliare la scena, cifra a cui questo coreografo ha abituato il suo pubblico, tornano nella prima piecè The barbarians in love in cui sei interpreti, figure vestite di bianco, si muovono come un corpo solo sulla partitura barocca di François Couperin, Les Concerts Royaux, in dialogo con le musiche elettroniche dalle derive rock scritte e composte dallo stesso coreografo.

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Ma in questo lavoro Shechter spariglia le carte e fonde la dimensione urbana, che contraddistingue molti dei suoi lavori, con una nota intima e autobiografica dal retrogusto fantascientifico, confermando di saper accostare l’aspetto ludico e provocatorio alla dolcezza e al mistero. È l’esplosione del groove dubstep in tHE bAD, che cambia repentinamente il ritmo della coreografia e mette in gioco cinque danzatori sulla partitura musicale composta dal coreografo con incursioni barocche e brani rap (Mystikal, Pussy Crook).  Sullo stesso confronto musicale, questa volta aperto al compositore sudafricano Abdullar Ibrahim, chiude la trilogia il duo Two completely different angles of the same fucking thing: il rapporto amoroso tra un uomo e una donna fuori da qualsiasi clichè, che porta ancora una volta Shechter su binari inesplorati nel segno della piena libertà artistica. Nato a Gerusalemme 40 anni fa, Shechter ha iniziato la sua attività come danzatore nella Batsheva Dance Company, lavorando poi con numerosi coreografi tra cui Ohad Naharin, Wim Vandekeybus, Paul Selwyn-Norton, Tero Saarinen, e Inbal Pinto. Ha studiato musica fin da bambino e, oltre la danza, ama la batteria e il rock. Nel 2002 si è traferito dal suo paese prima a Parigi e poi a Londra dove nel 2008 ha fondato la sua compagnia. I suoi primi lavori -tra cui Uprising, In your rooms, Political mother, Sun, tutti presentati nelle precedenti edizioni del Romaeuropa Festival-, mostravano con chiarezza le caratteristiche che gli hanno fatto guadagnare il successo internazionale: una spiccata sensibilità per la creazione di danze collettive, dove le singole parti acquistano peso ed energia nel movimento di gruppo; un uso delle movenze della “danza popolare”, ma reinventate di sana pianta; un potente utilizzo delle luci – con le quali Shechter riesce a creare sipari tra diverse scene che sfumano una nell’altra o addirittura in alternanza simultanea – e, infine, un raffinato incrocio tra il concerto e lo spettacolo teatrale che sottolinea costantemente il suo amore per la musica, impetuoso nell’elettronica e nelle sonorità rock da lui stesso composte per le coreografie. A testimonianza della sua ecletticità, Shechter ha firmato nel 2015, insieme a John Fulljames, la regia e la coreografia dell’Orphèe et Eurydice di Gluck per la Royal Opera House e, a Broadway, le coreografie per il riallestimento del celebre musical Fiddler On The Roof (Il Violinista sul Tetto).

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