Attualità
BackStage con Rossella Seno

Rossella Seno è ‘Milly’ per riaffermare la forza delle donne
La cantattrice veneziana e romana d’adozione di nuovo in scena con “Cara Milly, parole di guerra e d’amore”. Impegnata da sempre nella difesa dei più deboli la sua immagine figura tra le 12 ‘Donne Impegnate’ del Calendario Solidale 2017
Di Tiziana Primozich
Fotografia di Carlo Bellincampi

Per il terzo anno consecutivo “Cara Milly, parole di guerra e d’amore” di Giuseppe De Grassi , regia di Fabio Grisafi, vede in scena al Teatro Tor Bella Monaca Rossella Seno e Primiano Di Biase dal 28 al 30 ottobre. Uno spettacolo che ancora una volta si propone di raccontare in musica la forza delle donne, tema fortemente legato all’impegno sociale di Rossella Seno, cantante e attrice veneziana che ha saputo coniugare il teatro alla canzone per i suoi messaggi a difesa delle categorie più deboli. Un incontro nato grazie alla sensibilità dell’obiettivo fotografico di Carlo Bellincampi, artista che con i suoi scatti sa cogliere l’animo realizzando ritratti che riescono a descrivere appieno l’emotività di chi si affida a lui. E’ così che in modo del tutto informale Rossella Seno ci ha accolti nella sua casa romana, nel quartiere Prati di Roma, per raccontare il suo impegno e il suo essere un’artista completa al servizio della gente comune. Esile, con due grandi occhi verdi incastonati in un viso dolce cui fa da contorno una massa di riccioli rossi, in compagnia del suo splendido gatto nero, Rossella è quasi l’emblema teatrale di una moderna Giovanna d’Arco che usa il canto come arma per migliorare il mondo.
Rossella tu sulla scena nasci come cantante, cosa ti ha mosso nel cercare un ruolo anche nel mondo del teatro?
Nasco come cantante perché amavo cantare ma non sono mai scesa a compromessi con la musica. Poi ho sposato un discografico, ma invece di sistemarmi come quasi sempre accade in questi casi, ho smesso di cantare per otto anni. Poi la voglia di migliorare, di completare la mia preparazione e quindi il trasferimento a Roma e l’approccio al teatro con Beatrice Bracco e Francesca De Sapio, oltre a Carlo Merlo e Michel Margotta, tutti membri dell’Actors Studio. Grandi maestri che mi hanno messo in condizione di lavorare come attrice in prodotti televisivi come ‘Un posto al sole’ e ‘Il bello delle donne’. Ma il mio grande amore era sempre la musica e ormai pronta anche sul piano della recitazione ho cominciato a sperimentare la formula del teatro canzone. La parola al centro, che acquista ancora più forza quando è accompagnata dalla musica, la parola cantata che raggiunge il pubblico in modo efficace ed è in grado di‘raccontare’ una storia.
Come la storia di Milly, al secolo Carla Mignone…
Cara Milly è uno spettacolo che è già andato in scena tre anni fa e anche l’anno dopo. Inizialmente era un progetto autoprodotto che avevamo messo su io e Giuliano Valori, un musicista straordinario, che purtroppo ci ha lasciati prematuramente a soli 41 anni. In questa prima stesura il nostro sforzo è stato notevole, ma la fatica quando ci metto la passione non mi spaventa. Siamo partiti da zero, senza budget, nessuno ti prende in considerazione se non sei un grande nome, la formula che utilizzo come tanti altri che credono nel valore culturale del teatro è quella di lavorare tutti insieme e poi si dividono spese e guadagni. Poi la morte di Valori il 15 agosto di due anni fa, il grande dolore per la perdita di un amico che era un’anima pura, sana, contento di esserci nelle cose. Mi son ritrovata a rimettere su tutto, non ci sono testi e canzoni, quello che costruisce questo spettacolo è la sintonia tra chi canta e recita ed il musicista. Da qui il fortunato incontro con Primiano Di Biase. Ricucendo tutto di nuovo andammo in scena e il risultato è stato più che soddisfacente. Lo spettacolo piace tanto da essere voluto nell’agosto del 2015 al festival di Spoltore.
Perché tra tutte le figure della canzone italiana hai scelto Milly?
Per la dignità di questa donna, non ha mai puntato su bellezza o agganci, ha sempre lavorato sodo. Noi donne pensiamo che tutto è semplificato se un uomo alza il telefono e chiede per te. Carla Mignone con la sua lunga carriera ha dimostrato al mondo che una donna può fare da sola, se ha talento, preparazione e caparbietà. A tal punto che sulla soglia dei cinquant’anni Milly tornò sulla scena scelta da Strehler per interpretare Jenny delle Spelonche. Lo spettacolo che racconta Milly parla un po’ di tutte le donne e ne vuole riaffermare forza e ruolo all’interno della società. In questo senso negli anni sembra che siamo tornati indietro. Passi avanti erano stai fatti grazie a Pannella, con referendum su divorzio e aborto, io non sono femminista e penso che ci sono i ruoli, con la confusione degli ultimi anni abbiamo preso tutti i difetti degli uomini, e gli uomini i nostri. L’ uomo non è più uomo, è terrorizzato, ha paura dei legami, c’è un clima di incomunicabilità tra i due sessi, uomini arrabbiati con le donne. Io ho un miglior rapporto con le donne perché con gli uomini c’è una specie di confronto teso a dimostrare chi è il più forte. In linea più generale mi rendo conto che c’è molta violenza in tutti i sensi, ci si ammazza per un parcheggio. La gente è stressata, vive correndo per pagare le spese per vivere, le tasse, le bollette. La vita non dovrebbe essere correre per pagare. Quando ti svegli l’unico pensiero è sopravvivere, c’è una rabbia e una violenza che lascia senza fiato, se invece di sfogare la rabbia allo stadio si andasse in piazza, una voce insieme ad altre voci può diventare un coro, invece di prendercela uno con l’altro dovremmo prendercela con chi è responsabile davvero.
Rossella hai da poco inciso una canzone che dichiara apertamente il No all’imminente referendum sulla riforma costituzionale. Quali sono le motivazioni del tuo No?
La canzone “A tutti buonasera”, di Pino Pavone e Fabio Bianchini che è anche un video realizzato con la collaborazione di Francesco Felli, ripresa integralmente da Il Fatto Quotidiano (http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/10/08/referendum-la-carta-non-si-tocca-e-la-nostra-bandiera-il-no-arriva-anche-in-musica-con-a-tutti-buonasera/565262/), nasce da un’idea condivisa di un gruppo di artisti, con l’intento di fornire un contributo creativo in sostegno di tutte le iniziative che spiegano le ragioni del NO al prossimo referendum del 4 dicembre sulla riforma costituzionale. “La carta non si tocca è la nostra bandiera” è il nostro modo per riaffermare la centralità della Costituzione che negli ultimi tempi è stata disattesa almeno in due punti fondamentali: il diritto al lavoro retribuito e la sovranità del popolo italiano. In questa pseudo riforma non c’è nulla che possa migliorare le scelte fatte dai nostri padri Costituendi. Non che non ci sia bisogno di rinnovamento, ma è una scelta che deve trovare un’attuazione possibile in armonia con la più ampia condivisione dei gruppi dei due rami del Parlamento. Ma c’è di più, oltre al No per il referendum la canzone rappresenta un atto di denuncia per tutto quello che non va: la nostra non è più una repubblica basata sul lavoro, il nostro paese non ci garantisce il lavoro anzi ci induce a lavorare in nero, poco e male. Paghiamo tasse altissime utili a coprire un debito che, va chiarito una volta per tutte, non abbiamo fatto noi, lo ha fatto la mala gestione dei nostri politici. Nel testo della canzone c’è anche il caso Cucchi che al di là degli atti giudiziari indubbiamente è stato pestato. Non si può far credere che è morto per un attacco epilettico, io sono contro gli spacciatori, e se il reato c’era bastava condannarlo. Ma non lo puoi uccidere. E’ un abuso di potere, abuso della divisa, Cucchi è l’emblema ma ce ne sono tanti altri. La Costituzione non è rispettata il popolo non è sovrano, neanche il nostro mare è più ‘nostro’, bisogna pagare per andare in uno stabilimento. Quest’estate mi è stato chiesto di andar via dalla riva di una spiaggia perché alle spalle c’era uno stabilimento balneare e non era consentito sostare sul cosiddetto ‘bagnasciuga’, perché o paghi o vai in una spiaggia libera, ormai miraggi nella quasi totalità di lidi organizzati e costosi.
Attualmente in molti scelgono di essere vegetariani o vegani più per moda che per convinzione. Qual è la motivazione alla base del veganesimo di Rossella Seno?
Io sono vegana da vent’anni ma già da piccola avevo il rifiuto nel mangiare quello che amavo, mi bloccava il pensiero di quello che un povero animale deve sopportare per il mio piacere gustativo. Siamo stati da tempo indirizzati verso un unico scopo che è quello del consumismo. La grande distribuzione ha contribuito al peggioramento della nostra salute, vedi l’incremento dei tumori e di molte altre patologie, e anche se scegli di essere vegano diventa difficile capire cosa mangiare e cosa no. Anche se leggo con attenzione le etichette dei cibi che acquisto, alcune cose sono volutamente occultate. E allora mi sento come una sorta di ‘Alice nel paese delle meraviglie’, che non sa a cosa credere, cosa corrisponde al vero e cosa è evidentemente falso, siamo molto manipolati dal consumismo sfrenato e molto spesso mi accorgo di essere semmai ‘Alice nel paese delle mer(d)aviglie!. Ho un grande rispetto per la vita degli animali, che sono istintivi e non hanno come obbiettivo di vita il guadagno, abbiamo molto da imparare da loro. Esiste un industria delle multinazionali che ci fa mangiare il cibo che ci fa ammalare creando un vantaggio per l’industria delle medicine che ci deve curare. Fatto in modo consapevole.
Con gli scatti fotografici di Carlo Bellincampi sei una delle protagoniste del calendario solidale 2017
Quest’anno nel Calendario Solidale, giunto alla terza edizione, le protagoniste siamo tutte artiste impegnate nel sociale. Oltre me ci sono Beatrice Luzi, Giuliana De Sio, Carolina Rosi, Isabel Russinova, Eva Robin’s, Ilaria Borrelli, Lina Sastri, Alessandra Di Sanzo, Giusi Cataldo, Piera Degli Esposti, Marisa Laurito, Maria Rosaria Omaggio e Rosa Pianeta. Gli autori, Ezio Alessio Gensini, Leonardo Santoli e Carlo Bellincampi. Con i proventi dell’opera nel 2015 si è potuto contribuire all’acquisto di un computer oculare per un malato di Sla di Borgo San Lorenzo e con l’opera 2016 i proventi sono stati devoluti a “Piccino Piccio’ – Associazione genitori neonati a rischio onlus” di Firenze che si occupa dei nati prematuri e assiste le loro famiglie nel difficile percorso. Rossella è anche testimonial dell’associazione Ti Amo da Morire onlus, che si occupa delle donne vittime di violenza, e qualche giorno fa nell’ambito della Campagna permanente contro la violenza di genere, ha presentato uno spettacolo di teatro canzone, insieme a Daniela Terreri, “Io sto con le tartarughe” tratto dall’omonimo libro di Simonetta Bumbi edito da Fabrizio Emigli. Un impegno forte per sensibilizzare sui temi della violenza di genere che continua incessantemente a mietere vittime ogni giorno.