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Italia

Arriva “Venti Liberi”, la pasta contro le mafie.

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Tempo di lettura: 2 minuti

L’iniziativa per i vent’anni di Libera presentata ieri in Cia

di Adelfia Franchi

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Roma, 24 ottobre- Un pacco di pasta per raccontare una storia lunga vent’anni. Quella di Libera, nata nel 1995 per dare concretezza a una speranza: liberare l’Italia dalle mafie e dalla corruzione. Nasce dall’impegno e dal sacrificio di grandi e piccole associazioni nazionali, gruppi di volontariato, parrocchie, scout affiancati da magistrati, giornalisti, politici sensibili e attenti. Un percorso che in questi vent’anni ha portato a lavorare insieme oltre 1.600 associazioni, gruppi e le realtà di base -accanto a più di 4.000 scuole e 60 facoltà universitarie- per impegnarsi sul versante dell’educazione alla legalità, sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, nella vicinanza dei familiari delle vittime innocenti delle mafie e ai testimoni di giustizia, nella lotta alla corruzione, al doping, all’usura e al gioco d’azzardo. Vent’anni da festeggiare insieme. A tavola in un clima di convivialità. La pasta “Venti Liberi”, prodotta in esclusiva e in edizione limitata, per il ventennale di Libera, è il frutto di questo lavoro, reso possibile grazie alla collaborazione con il Consorzio Libera Terra Mediterraneo e uno dei pastifici artigianali che fanno parte dell’eccellenza del nostro paese, quello Afeltra di Gragnano. La pasta “simbolo” del ventennale di Libera è stata presentata oggi a Roma, nella sede della Confederazione italiana agricoltori, dal fondatore dell’associazione Don Luigi Ciotti e dalla vicepresidente nazionale della Cia Cinzia Pagni. Disponibile nelle piazze, il 14 e 15 novembre, nella giornata nazionale “Venti Liberi” con due giorni di banchetti, iniziative, feste, musica con appuntamenti in tutta Italia. In tanti per assaporare la concretezza del grano con cui è fatta, coltivato nei terreni confiscati alle mafie, gestiti dalle cooperative di Libera Terra e dai produttori che ne condividono il progetto di riscatto da ogni forma d’illegalità. La qualità della semola di grano duro, l’estrusione in trafile al bronzo, l’essiccazione lenta e a basse temperature in celle statiche, secondo l’antica tradizione artigianale, fanno di questi “Spaghettoni” una pasta eccezionale, unica per il gusto, ruvida, porosa e inconfondibile per la consistenza. “Una pasta libera. Una pasta fatta da chi vuol dare un contributo al bene comune e lavora per restituire la terra e i suoi frutti alla collettività, nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini -ha spiegato Don Ciotti-. Una pasta che ha il sapore di libertà, resistente a mafie e corruzione. Una pasta che arriva sulle tavole degli italiani per risvegliare le coscienze”.“L’obiettivo comune di Libera e Cia -ha aggiunto la Pagni- è quello di ripartire dall’agricoltura per proporre un modello di sviluppo alternativo alla logica del sopruso e del ricatto. Dimostrare che ciò che la mafia ha sottratto alla collettività, con la violenza e l’intimidazione, può essere restituito alla società civile e può creare, attraverso il lavoro sui terreni agricoli ‘liberati’, nuove opportunità di sviluppo e di occupazione e un sistema produttivo basato sulla qualità”. La collaborazione tra Cia e Libera è iniziata nel 2001, anno della fondazione della prima cooperativa “Placido Rizzotto” nel palermitano, ed è stata sancita nel 2008 da un protocollo d’intesa con cui la Confederazione si impegna attraverso le sue strutture e i suoi tecnici a fornire consulenza e assistenza alle cooperative e ai soci del progetto Libera Terra nella gestione dei terreni confiscati alla criminalità organizzata.
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