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Argentina, tredicenne muore mentre saccheggia un supermercato per fame
Il governo ha introdotto un piano economico d’emergenza per frenare l’impennata dell’inflazione. La pressione fiscale è altissima e la gente non riesce più a fare la spesa.
di Vito Nicola Lacerenza
Alcuni giorni fa nella località argentina di Sáenz Peña, un tredicenne è morto nel tentativo di saccheggiare un supermercato con altri complici suoi coetanei. Stavano ancora cercando di alzare la saracinesca del negozio quando gli agenti di polizia sono intervenuti sul posto aprendo il fuoco. Un proiettile ha raggiunto il giovane in pieno petto uccidendolo. Secondo il referto medico, la vittima è morta a causa di una ferita d’arma da fuoco, ma i poliziotti si sono difesi dichiarando di aver usato solamente proiettili di gomma. La tragedia è avvenuta sullo sfondo di una pesante crisi economica, che ha messo in crisi il Paese. L’inflazione ha colpito l’Argentina facendo crollare il valore del peso (la valuta locale), che è sceso del 50% rispetto al dollaro. Per fermare la svalutazione, il presidente argentino Mauricio Macri ha introdotto misure economiche d’emergenza, tra cui le tassa sull’import-export che ha fatto schizzare il prezzo dei beni di consumo. Per il presidente Macri si tratta di una tassa “bruttissima”, ma necessaria per raggiungere l’equilibrio dei conti pubblici.
«So che è una tassa brutta, bruttissima- ha detto Macri in un videomessaggio- Ma dovete capire che si tratta di un’emergenza e abbiamo bisogno del vostro supporto. Dobbiamo raggiungere l’equilibrio dei conti pubblici. Non possiamo spendere più di quello che abbiamo». Sebbene l’economia argentina sia cresciuta negli ultimi anni, la sua stabilità finanziaria resta precaria. Il recente aumento del prezzo del petrolio ha influito negativamente sull’economia della nazione che importa combustibili fossili. La guerra commerciale tra USA e Cina ha colpito l’export argentino mentre una prolungata siccità ha messo in ginocchio l’agricoltura, settore economico strategico per l’Argentina, primo produttore mondiale di farina e olio di soia. Le congiunture avverse hanno messo in luce la fragilità dell’economia nazionale gravata da un “deficit costante”, come ha ricordato lo stesso Mauricio Macri che ha annunciato il taglio di più della metà dei ministeri. Con la riduzione della spesa pubblica e l’incremento della pressione fiscale, il presidente Macri vuole dare un segnale di affidabilità al Fondo Monetario Internazionale, a cui il governo argentino ha chiesto un prestito di 50.000 milioni di euro.