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Area industriale di Livorno, futuro unicorno o rana bollita? parte 4 – Livorno industrial area, future unicorn or boiled frog? part 4

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Tempo di lettura: 6 minuti
di emigrazione e di matrimoni

Area industriale di Livorno, futuro unicorno o rana bollita? parte 4

di Marco Andreozzi

JSW Steel è la numero due in India nella siderurgia, dopo la divisione relativa del grande gruppo Tata, e tra le prime venti al mondo in un settore che per la metà è cinese. Come Tata, JSW ha il suo quartier generale a Mumbai, la metropoli portuale più ricca ed industrializzata dell’India, dove convivono infrastrutture moderne e pittoreschi quartieri popolari e sovrappopolati, il tutto amalgamato da un traffico infernale e rumorosissimo dalla mattina presto alla sera tardi. Oltre agli impianti indiani, JSW Steel ha operazioni in USA e in Italia, nella Val di Cornia della provincia labronica di Toscana, dove nel 2018 acquisiva da Cevitaly Srl l’intero pacchetto azionario di Aferpi SpA e Piombino Logistics, unitamente al 69% del capitale sociale di GSI Lucchini SpA per 55 milioni di euro.

La scorsa settimana JSW Italy ha firmato un memorandum d’intesa con il governo italiano per riavviare la produzione. Detto accordo segue quello con Metinvest e Danieli del gennaio scorso per un nuovo impianto ‘verde’ da 2 miliardi di euro, con sovvenzioni dal governo italiano. Metinvest è il gruppo ucraino la cui acciaieria Azovstal di Mariupol fu bombardata dai russi; Danieli è uno dei principali produttori mondiali di macchine per l’industria metallurgica con sede in Friuli.

Il piano d’impresa Metinvest-Danieli prevede la produzione di 2,7 milioni di tonnellate di nastri di acciaio all’anno, fatturati di oltre due miliardi di euro e 700 posti di lavoro diretti. Il progetto JSW Steel vale invece un investimento di 140 milioni di euro per rendere lo stabilimento più efficiente e moderno, incluso il riavvio della produzione di laminati a caldo per ridurre le importazioni relative. In generale è prevista la produzione di acciai di qualità e speciali di diverse forme e dimensioni per rotaie, vergella e barre, destinati ai settori ferroviario, automobilistico, veicoli movimento terra, energia, molle, saldatura (nota bene: le scocche dei veicoli necessitano di una qualità di acciaio da soli impianti a ciclo continuo, in Italia soltanto dallo stabilimento di Taranto).

In numeri, si vuole raddoppiare l’attuale capacità di produzione del laminatoio per rotaie portandolo a 600.000 tonnellate l’anno. In particolare si intende realizzare un laminatoio tandem (la riduzione è ottenuta dalla tensione tra le gabbie accoppiate e dalla forza di compressione tra i cilindri), un impianto di tempra, e l’aumento della lunghezza delle rotaie da 108 a 120 metri.

A proposito di rana bollita, queste due iniziative sono invece positive, anche nel quadro del volano già attivo dell’acciaio italiano ‘verde’, che può diventare il primo al mondo per produzioni di qualità. In questo caso di Toscana, la decarbonizzazione è correlata alla ampia disponibilità di metano dello stesso rigassificatore di Piombino, impiegando tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio che però, sbagliando, ad oggi l’Europa esclude dalla tassonomia relativa. Inoltre vi sono potenziali di eolico fuori costa, e poco lontano troviamo lo storico distretto toscano di produzione elettrica geotermica (inoltre, l’impiego in siderurgia di idrogeno ‘bianco’ estratto dai gas emessi con la necessità di rimuovere l’idrogeno solforato è un’ipotesi tecnologica di breve-medio termine). Bene sarebbe spingere progetti nuovi in chiave PNRR che implichino utilizzo maggiore dell’acciaio italiano, ora che la spinta del super bonus è terminata. Più progetti infrastrutturali, fattorie eoliche fuori costa (C’è un progetto dell’ENI da 2,98 mld di euro in approvazione per un parco eolico galleggiante da 864 MW) e incentivi a localizzare produzioni industriali congruenti, dove l’Italia per diversificazione settoriale è il primo Paese al mondo tra le nazioni ricche.

 

di emigrazione e di matrimoni

Livorno industrial area, future unicorn or boiled frog? part 4

by Marco Andreozzi

JSW Steel is number two in India after the steel division of the large Tata conglomerate, and among the top twenty in the world in a sector that is half Chinese. Like Tata, JSW has its headquarters in Mumbai, the richest and most industrialized large port city in India, where modern infrastructures and picturesque, popular and overpopulated neighborhoods coexist, all combined with infernal and very noisy traffic from early morning to late evening. In addition to the Indian facilities, JSW Steel has operations in the USA and in Italy, in the Cornia Valley of southern Livorno in Tuscany, where in 2018 it acquired the entire share package of Aferpi SpA and Piombino Logistics from Cevitaly Srl, together with 69% of the capital shareholding of GSI Lucchini SpA for 55 million euros. Last week JSW Italy signed a memorandum of understanding with the Italian government to restart production. This agreement follows the one with Metinvest and Danieli last January for a new 2 billion euro ‘green’ plant, with subsidies from the Italian government. Metinvest is the Ukrainian group whose Azovstal steelworks in Mariupol was bombed by the Russians; Danieli is one of the world’s leading manufacturers of machinery for the metallurgical industry based in the northeastern Friuli region of Italy.

The Metinvest-Danieli business plan envisages the production of 2.7 million tonnes of hot-rolled coil per annum, turnover of over two billion euros and 700 direct jobs. The JSW Steel project is worth an investment of 140 million euros to revamp the plant as more efficient and modern, including the restart of hot rolled production to reduce related imports. In general, the production of quality and special steels of different shapes and sizes for rails, wire rod and bars is envisaged, intended for the railway, automotive, earthmoving vehicles, energy, springs and welding sectors (nota bene: vehicle bodies require a quality of steel from continuous cycle plants only, in Italy made by the sole Taranto steel works plant). In numbers, the goal is to double the current production capacity of the rail mill to 600,000 tonnes per year. In particular, it is intended to build a tandem rolling mill (the reduction is obtained from the tension between the coupled stands and the compression force between the cylinders), a hardening facility, and the increase in length of the rails from 108 to 120 meters.

Speaking of boiled frog, these two ventures are instead positive, also in the context of the already alive momentum for ‘green’ Italian steel, which can join the top in the world for quality production. In this case of Tuscany, decarbonisation is correlated to the wide availability of methane from the Piombino town regasifier itself, using carbon capture and storage technologies which, however, Europe mistakenly excludes from the relevant taxonomy to date. Furthermore, there is potential for offshore wind power, and not far away we find the historic Tuscany geothermal power generation district (moreover, the use of ‘white’ hydrogen in metallurgy as extracted from the gases emitted with the need to remove hydrogen sulphide is a short-medium term technological hypothesis). It would be good to push new NRRP projects that involve greater use of Italian steel, now that the ‘super bonus’ (Italian incentive scheme for building restoration) push is over. More infrastructure, offshore wind farms (there is a project by ENI of 2.98 billion euros undergoing approval for an 864 MW floating wind farm) and incentives for localizing congruent industrial production, whereas Italy is the first among the rich world in terms of sectoral industry diversification.

Marco Andreozzi, è Dottore in Ingegneria Meccanica, Economia/Amministrazione (Politecnico di Torino), tecnologo industriale e specialista del settore energetico, proviene da esperienze professionali in cinque multinazionali in Italia e paesi extra-europei, e come direttore generale; nomade digitale dal 2004, e sinologo, parla correttamente il mandarino.
Marco Andreozzi, is Doctor of mechanical engineering (polytechnic of Turin – Italy), industrial technologist and energy sector specialist, comes from professional experiences in five global corporates in Italy and extra-European countries, and as business leader; digital nomad since 2004, and China-hand, he is fluent in Mandarin.

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