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Italiani nel Mondo

Arcobelli nel solco di Tremaglia: imprescindibile una rete di italiani all’estero

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L’intervista a Vincenzo Arcobelli, primo degli eletti al Consiglio Generale degli Italiani all’estero (CGIE)

Vincenzo Arcobelli nasce a Paternò (CT) e vi risiede fino all’età di 18 anni. Dopo il diploma si è arruolato prima come Paracadutista della Folgore e poi come Ufficiale dell’Aeronautica Militare. Nel 1993 si trasferisce negli Stati Uniti d’America dove collabora con aziende nel settore dell’importazione e commercializzazione dei prodotti Made in Italy.

Dal 1998 ad oggi è Comandante Pilota Istruttore dell’Aviazione Civile, ha svolto funzioni di controllore e di addetto alla Sicurezza Volo. Ha conseguito la laurea negli States, in Scienze Aeronautiche alla LU.
Impegnato nel sociale e a livello comunitario con diverse funzioni, ha contribuito con la fondazione di diverse organizzazioni non a scopo di lucro nel mondo dell’Associazionismo Regionale di Emigrazione, con l’Associazione dei Siciliani Texas, con la Confederazione dei Siciliani in Nord America (CSNA), nella Solidarietà con “Birdie per la Vita“ con la costruzione ed il supporto di un poliambulatorio in Nord Africa, e con il Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo (CTIM) in Texas per la difesa e la salvaguardia dei diritti dei nostri connazionali.

Per 11 Anni ha svolto la funzione di Presidente del primo COM.IT.ES eletto nella circoscrizione consolare di Houston.
Ha svolto funzioni anche di coordinatore del Comitato dei Presidenti in  USA. Ha contribuito a far salire il livello di attenzione nei riguardi della collettività italiana, attraverso  attività ed eventi come la conferenza dei ricercatori italiani nel mondo, il riconoscimento con una legge da parte dello Stato del Texas per il 2 Giugno come Italian National Day Heritage, e nel mese di Ottobre con la settimana  dedicata alla Cultura, la lingua  ed al retaggio italiano,  la prima parata del Columbus Day ed il concorso di Miss Italia nel mondo in Texas, la forte promozione della lingua e cultura italiana, l’Italian Film Festival presso il circolo culturale di Dallas ed Universita’ come SMU con proiezioni di film, concerti, mostre d’arte, fotografiche, enogastronomiche, tradizionali, storiche, con l’intento di valorizzare e promuovere la nostra identità nazionale. Manifestazioni riconosciute ed apprezzate dalle più alte Autorità Italiane e Texane.

Da poco si sono svolte le elezioni del Consiglio Generale degli italiani all’Estero (CGIE) e lei è stato rieletto come italiano residente in Usa. Quale il programma portato avanti durante la candidatura che ha convinto gli elettori?

Pochi punti: Maggiore e fattiva collaborazione tra i vari attori delle rappresentanze dei Comites-Cgie-parlamentari eletti all’estero, affinché si possano potenziare i servizi consolari, di cui molte volte l’amministrazione degli Esteri giustifica il disservizio a causa della mancanza di mezzi e risorse. Ho messo quindi in risalto che la responsabilità è della politica, del Governo e del Parlamento, in quanto proponenti ed attuatori della finanziaria e del bilancio dello Stato.

Contribuire alla riforma degli organi di rappresentanza dei Comites e Cgie, in modo da poter avere se passasse una riforma adeguata, entità snelle, più utili, ed efficienti.

Poter dare continuità nell’essere attivo, disponibile, punto di riferimento ed al servizio di tutta la comunità, al di là delle appartenenze partitiche, che molte volte portano alla separazione invece che all’unita di intenti nel servire le collettività.

Nel mondo ci sono più di 90milioni di italiani di prima seconda ed anche terza e quarta generazione, di cui solo 5milioni in realtà possono votare, cosa fare per aumentare questi numeri?

In realtà sono aumentati il numero degli aventi diritto al voto a causa dell’enorme mobilitazione degli ultimi anni.

È anche vero che quel numero potrebbe aumentare. C’è una percentuale di connazionali che non è convinta ad iscriversi all’Aire, perché preoccupata di perdere alcuni diritti quali ad esempio quello dell’assistenza sanitaria. E poi sarebbe utile una campagna informativa esaustiva da poter raggiungere anche quelli non iscritti ancora all’anagrafe consolare. Inoltre se si riuscisse ad incrementare lo smaltimento delle pratiche di richiesta per la cittadinanza, anche in questo caso il numero degli elettori aumenterebbe notevolmente.

Il popolo italiano è tra quelli che nel corso del tempo è emigrato di più rispetto a tante altre popolazioni. Oggi assistiamo ad un’emigrazione qualificata, fatta sempre più di giovani che al termine degli studi o durante gli anni accademici, decidono di espatriare. Cosa li spinge a questa scelta?

Una delle ragioni principali che al termine degli studi porta i giovani, e non solo, ad espatriare, è la mancanza di opportunità lavorative, di incentivi, di adeguate retribuzioni.

Gli italiani che vanno all’estero vengono apprezzati nello svolgimento della loro professione, rispettati, valorizzati e ben retribuiti. Per andare al pratico, se un insegnante, un ricercatore, un ingegnere in Italia recepisce ad esempio 2000/3000 euro al mese, nei paesi anglofoni ne recepirebbe 10000 mensilmente e con altri benefits.

Una volta espatriati a queste condizioni sarà difficile farli rientrare in Patria, a meno che non si mettano in pratica una serie di incentivi ed opportunità simili o che si avvicinano alle altre realtà menzionate con un piano politico, strategico, economico e programmatico, che serva sia allo sviluppo e alla crescita dell’individuo e sia a quello della Nazione.

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