Arte & Cultura
Antonio Tamburro. La pittura fotografa la vita
Dal 20 aprile al 20 maggio 2017, 6° Senso Art Gallery Via Margutta, 43 – Roma
La pittura di Antonio Tamburro non ha bisogno di particolari spiegazioni estetiche o filosofiche, questo perchè è una pittura che parla da sola; comunica emozioni immediate e arriva dritta al cuore. Nei suoi dipinti l’artista raffigura scene di vita quotidiana: metropoli attraversate da folle di ombrelli, locali notturni, caffè frequentati da figure solitarie, spiagge affollate, in cui prevale sempre la figura umana, in particolare quella femminile. E’ una pittura che si fa guardare subito e non stanca mai; anzi è capace di suscitare rinnovate emozioni ogni volta che la si guarda.
Come uno spettatore che si affaccia al mondo per catturarne la bellezza, così Antonio Tamburro fotografa la vita per poi trasporre le sue emozioni sulla tela. La pittura di Tamburro è empatica perchè è capace di far immedesimare l’osservatore che si riconosce nella sua realtà umana e sociale: quella delle metropoli dell’indifferenza, del consumismo, degli interni e degli esterni affollati ma solitari, dominati dall’incomunicabilità. La sua innata capacità artistica, oltre a quella di trasmettere empatia e bellezza risiede anche nel virtuosismo della tecnica pittorica. I dipinti ad olio e acrilico sono attraversati da una sorprendente energia e da un dirompente dinamismo, reso dalle ampie campiture di colore intervallate dalle pennellate fluide e dalle spatolate vibranti.
I grigi e i neri si inframmezzano alle tonalità brillanti dei blu, dei gialli, dei viola e dell’arancio, mentre il rosso compare sempre al centro di ogni suo quadro, anche soltanto in un particolare pittorico: l’ ombrello (vedi Folla di ombrelli, 200×200 cm e Rainy day, 100×100 cm) , il vestito di una donna (vedi Walking in the rain, 140×140 cm e Il Bacio, 100×50 cm ), l’anguria (vedi Spiaggia, 200×200 cm), la cravatta dell’uomo (vedi Caffè, 140×140 cm). Le figure dei suoi dipinti si stagliano nitide, emergendo vittoriose dalla lotta eterna tra luce e ombra. La luce che dipinge è una luce corporea, viva, quasi irreale nella sua perfezione.
Da qualsiasi direzione arrivi è sempre armonizzata con le ombre e risalta le forme e la brillantezza dei colori. Esemplare è la luce del dipinto (Early Morning, 100×50 cm) che bagna con il suo calore mattutino l’intera figura, il panneggio che la avvolge e parte del pavimento. Altrettanto esemplare è la luce del dipinto (Spiaggia, 200×200 cm) che arriva dall’alto e scolpisce i corpi delle figure sdraiate, dandogli un aspetto scutoreo e lucente simile a quello del marmo. La pittura di Tamburro si collega a quella del passato, in particolare a quella del tardo Ottocento europeo (Toulouse Lautrec, Giovanni Boldini) ma anche ad alcuni esponenti americani del primo Novecento come Edward Hopper. La sua pittura figurativa negli anni è approdata a soluzioni nuove, focalizzandosi principalmente sullo studio del colore, della materia e del segno, rimanendo sempre di impronta realista ma con alcune influenze astrattiste; basta osservare alcune forme stilizzate nei suoi quadri, appena accennate oppure non finite.
In definitiva si può dire che nella pittura di Tamburro è l’atmosfera che fa l’opera più che il soggetto . E questa è resa non solo dagli atteggiamenti e dalle espressioni delle figure presenti nei suoi dipinti ma anche da tutto quello che le circonda. Tamburro riesce a catturare la vita come in uno scatto fotografico e a coglierne l’essenza, ma le atmosfere dei suoi dipinti riescono a dire molto di più di una fotografia, perchè sanno raccontare in profondità la vera esistenza dell’uomo, andando oltre la fredda realtà.
Antonio Tamburro
Nato nel 1948 ad Isernia, frequenta dapprima l’Accademia di Belle Arti a Napoli, per poi completare gli studi a Roma, dove inizia ad esporre i propri lavori in alcune prestigiose gallerie. Nel 1972 ha luogo la sua prima personale presso il Palazzo Comunale di Perugia, con tele in cui emerge un richiamo alle origini, un forte e violento cromatismo di stampo espressionista. Nel corso degli anni Settanta comincia ad interessarsi alle tematiche sociali, specialmente all’abbandono ed alla solitudine dei malati psichici, su ispirazione di reportages realistici. Nel 1984 partecipa alla collettiva Itinerari, ricerca e misteri nell’arte ed al Gianicolo Centro d’Arte, insieme a Burri, De Gregorio, Rambaldi ed altri. Ben inserito nell’ambiente culturale ed artistico, viene scelto dal fotografo Pino Settani per la raccolta La memoria, le Immagini, dedicata a personalità del cinema e della cultura. Il successo di pubblico e di critica trova conferma nell’intensa attività espositiva, in Italia e all’estero, nonché nell’ampia bibliografia a lui dedicata. Nel suo percorso, l’artista diviene sempre più duttile e poliedrico. Nel 2006 ha inizio il sodalizio con il mondo dello sport, consolidatosi di anno in anno grazie ad importanti commissioni e ad inviti ad esporre in occasione di celebri manifestazioni sportive. Nel 2008 gli è stato commissionato il ritratto di Papa Benedetto XVI che oggi è esposto presso la libreria paolina in San Pietro a Roma. Nel 2009 viene inaugurata a Roma, a Palazzo Venezia, la sua prima antologica, Il senso del tempo, con una rassegna di opere dagli anni Ottanta ai giorni nostri. Nel 2012 ha tenuto la mostra pubblica “ColorAzione” insieme al grande designer, scultore e architetto internazionale Gaetano Pesce, al Centro Altinate San Gaetano di Padova. Nel 2012 in occasione delle XXX Olimpiadi dei Giochi estivi di Londra ha esposto alla mostra “Tradition and Innovation – Italian Olympic Spirit” presso Casa Italia CONI, al Queen Elisabeth II Conference Centre Westminster di Londra. Fra i numerosi riconoscimenti a lui attribuiti, a coronamento di una notevole carriera artistica, Tamburro riceve nel 2005 la “Vela d’argento della critica” al Premio Marina di Ravenna.