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Salute

Allarme peste suina in Italia, anche a Roma sei casi positivi confermati

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peste suina cinghiale
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Si espande l’epidemia di peste suina in Italia, dopo il Piemonte e la Liguria anche Roma in emergenza, al via il piano per l’abbattimento selettivo dei cinghiali sul territorio.

di Alessandro Cammareri

Dal 16 maggio l’ordinanza ministeriale per affrontare l’emergenza della peste suina nella Capitale, verrà estesa la zona rossa già presente sul territorio e successivamente si passerà all’abbattimento dei cinghiali.

Una situazione diventata insostenibile dopo la scoperta di quattordici carcasse di cinghiali morti rinvenute lunedì 9 maggio, con due casi di sospetta positività alla peste suina africana. Questo virus colpisce suini e cinghiali ed é altamente contagioso, ma non é trasmissibile agli esseri umani. L’area colpita dal focolaio é quella della Riserva Naturale dell’Insugherata la stessa che il 5 maggio aveva fatto registrare il cosiddetto “caso zero”.

La causa principale che ha portato a questa epidemia é l’enorme densità di ungulati presenti in Italia, un numero cinque volte superiore ai livelli considerati nella norma. Secondo Coldiretti in provincia di Roma sono oltre 20 mila, 100 mila nel Lazio.

Girando per la città infatti é assai frequente assistere ad animali che rovistano tra i rifiuti o che percorrono liberamente strade e parchi frequentati tutti i giorni dai cittadini. Una situazione vista in diverse zone dalla Trionfale alla Camilluccia, dal quartiere Trieste fino ad arrivare ai Parioli dove nei giorni scorsi una donna che si trovava nel parco di Villa Glori é stata vittima di un’aggressione.

Fondamentale quindi mettere in atto delle misure che prevedano la riduzione della presenza di questi animali sul territorio, soluzioni basate su un approccio multidisciplinare mediante l’uso della tecnologia e dei metodi di caccia più efficaci.​ ​

Tra le varie ipotesi, il prolungamento del periodo di caccia da tre a cinque mesi, con gli effetti che andrebbero a impattare all’inizio della prossima stagione venatoria, ossia nel mese di ottobre. L’utilizzo di squadre di cacciatori speciali come i selecontrollori, in grado di lavorare notte e giorno per abbattere questa specie selvatica in notevole aumento garantendo così un prezioso contributo al mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema.

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