Italia
Alberto Gregori ed il suo nuovo libro

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Intervista ad Alberto Gregori
Di Francesca Rossetti
Alberto Gregori è uno storico di Reggio Emilia che sta per pubblicare il suo nuovo libro: l’ho incontrato per saperne di più.
Chi è Alberto Gregori e di che cosa si occupa?
“Vivo a Reggio Emilia, sono sposato con Francesca e sono laureato in Italianistica presso l’Università di Bologna. Attualmente sono professore di storia dell’arte negli istituti superiori e svolgo attività di Archivista presso l’Archivio Cesare Zavattini. Sono educatore e la mia attività in questo campo si concentra su infanzia, disabilità e integrazione sociale. Ho precedentemente scritto un libro con mia moglie, che abbiamo presentato in Italia e in Europa.
Ho svariati obiettivi sia dal punto di vista familiare che da quello professionale, dove, continuando a formarmi, mi sono posto di giungere ai massimi livelli nel campo dei beni culturali, sperando di muovermi all’interno delle istituzioni. Ho svariati interessi, circoscritti all’ambito culturale, come musica, letteratura, danza, cinema, teatro, anche se la mia più grande passione è la politica, soprattutto nel suo ramo filosofico, che credo sia quello necessario per capire e prevedere i futuri sviluppi sociali ed economici globali.”
Come nasce la trama di “Diario di un prigioniero politico” e quali messaggi comunica?
“Questo è un libro a cui tengo moltissimo, in quanto racchiude tutte le mie influenze letterarie, ma anche artistiche, in virtù del fatto che spesso le descrizioni qui presenti si richiamano maggiormente all’arte pittorica che a quella poetica. Ho voluto misurarmi con il Bello Stile del mio modello letterario Gabriele d’Annunzio, inserendo poi le altre mie letture predilette, tra cui in special modo Landolfi, De Chirico, Marinetti, e influssi da altri ambiti delle arti visive come Federico Fellini e Raffaello, personaggi ai quali mi sento molto legato. Il quadro di Mondrian che pongo in copertina cerca di essere premonitore di questo. Ovviamente ho cercato di mescolare il tutto in un cocktail il più possibile personale e riconoscibile.
Il libro è costituito da un racconto lungo, Trionfo dell’immanenza sostanziale, e da altre novelle brevi che fanno da corollario; è stato composto nel corso di una mia vacanza in Valle d’Aosta, e lì, tra alte vette innevate e avvolgenti atmosfere, ho avuto il tempo per sistemare le mie idee e le mie aspirazioni e si conclude idealmente in quella Los Angeles dove ho trascorso un periodo particolarmente intenso della mai vita.
Il messaggio che cerco di comunicare è quello che porto avanti fino da adolescente, e cioè la ricerca di una vita libera da imposizioni, che cerca di allontanarsi dai luoghi comuni, per raggiungere una dimensione nobile e aristocratica, nel senso classico del termine; un’elevazione possibile grazie alla cultura, unica arma in grado di renderci immuni dall’alienazione e dalla cattiveria, fenomeni che vedo purtroppo molto diffusi in questo contesto contemporaneo, assieme a una banalità di pensiero alla quale mi oppongo strenuamente.”
Si rifà ad una storia vera?
“Io sono convinto che la letteratura tutta si rifaccia ad una storia vera, o almeno che molto del vissuto dell’autore confluisca inevitabilmente nelle sue esperienze poetiche. I miei racconti prendono le mosse dal genere surreale e metafisico, sconfinando a volte nell’estetismo quindi, anche se non sono autobiografici in senso stretto, lo sono sicuramente da un punto di vista ideale e per questo ritengo questo un vero e proprio diario nel quale io mi oppongo in special modo – e in questo caso sono molto critico – alla meccanizzazione e alla scarsa capacità critica dell’uomo contemporaneo, che ormai vedo attaccato esageratamente alle dinamiche prettamente materiali e “terrene” e incapace di volare verso il sogno e l’ideale. Dunque prigioniero politico non in senso convenzionale, ma in quanto io associo la “mia” politica con un personale ideale di vita rivolto verso la conoscenza e il costante miglioramento di sé.”
Che cos’è il Neoumanesimo e come si collegano letteratura e storia?
“Neoumanesimo è un mio progetto, e nel libro vi è un capitolo nel quale lo espongo a grandi linee. In poche parole, è una speranza di un nuovo modo di concepire la grandezza della conoscenza e dell’arte, soprattutto in un paese magico come l’Italia dove si potrebbe vivere quasi esclusivamente di turismo e valorizzazione del territorio. Credo infatti che le materie umanistiche vadano fortemente incrementate nelle scuole e che non vengano più considerate discipline di svago ma che finalmente recuperino il posto loro consono, in quanto sono convinto che l’Italia, ora più che mai abbia bisogno di una forte base culturale per uscire da una situazione di grave difficoltà. In definitiva, quella che porto avanti è una sfida per creare una Repubblica basata su etica, valore, morale e in questo caso le discipline umanistiche possono dare una forte spinta propulsiva in tale direzione, facendo realmente la differenza, sulla via dell’eccellenza. Non credo sia un’utopia, ma un iter da seguire.”
Quando uscirà il libro e dove sarà distribuito e presentato?
“Il libro uscirà ufficialmente tra qualche settimana, anche se alcune copie campione sono già in circolazione. Spero di condividere con altre persone certi ideali nei quali credo moltissimo e mi auguro che le mie parole siano recepite ed apprezzate. Sarei felice di tenere conferenze un po’ ovunque per portare qualcosa di me ad ognuno di voi.”
Davvero un’opera molto interessante e per informazioni https://www.facebook.com/alberto.gregori.3?fref=ts