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Attualità

Albania: Tirana, assalita la sede del Governo

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Secondo alcune fonti, i manifestanti si oppongono ad una gestione ritenuta corrotta ed inefficiente della cosa pubblica.

di Ettore Lembo

A Tirana, in Albania, la sede degli uffici del Primo Ministro socialista Edi Rama, eletto nel giugno del 2017 ed esponente socialista è stata presa di assalto da dimostranti che avevano organizzato una manifestazione per chiederne le dimissioni insieme a nuove votazioni.

Gli scontri, secondo Albania Daily News, avrebbero provocato 6 feriti di cui 4 tra i manifestanti e 2 tra i poliziotti intervenuti quando alcune persone hanno cercato di introdursi negli uffici del Primo Ministro, forzando il blocco e lanciando molotov. Secondo il Tirana Times la polizia è intervenuta con idranti e lacrimogeni.

Questa l’accusa lanciata dal Presidente del Partito Democratico Lulzim Basha, organizzatore della manifestazione, per il fatto che la polizia non e’ immediatamente intervenuta: “Senza troppo sforzo, alcuni dimostranti hanno distrutto le barriere della polizia: questo è uno scenario criminale che è stato premeditato”. Così su Albania Daily News.

E ancora: “I dimostranti si erano riuniti per manifestare pacificamente, ora la situazione è fuori controllo”

Ricordiamo che l’Albania è uscita, negli anni ’90, da una dittatura comunista. Sembra che l’affluenza al voto che nel 2017 che ha visto assegnare il premierato,  sia stata influenzata delle celebrazioni finali del Ramadam al quale hanno partecipato i musulmani che rappresentano il 60% della popolazione.

Secondo alcune fonti, i manifestanti si oppongono ad una gestione ritenuta corrotta ed inefficiente della cosa pubblica. Le notizie che arrivano sono ancora frammentarie, ma certamente fanno sorgere alcune perplessità circa la tenuta di una Europa che al suo interno ha già delle forti tensioni tra gli stati membri, e che sta monitorando l’Albania, così some altri stati, per consentire il suo ingresso, come vorrebbe il Partito Democratico albanese.

Perplessità che nascono anche da ciò che avviene nei singoli stati Europei, Italia, Francia, Spagna, Grecia, dove sembra vi sia uno scollamento tra popolazione, governi e commissione Europea.

Ricordiamo la vicenda dei “gilet gialli” a Parigi, anche oggi scesi in piazza per l’ennesimo sabato di protesta, ma anche le manifestazioni di ieri e di oggi in altri stati a causa di politiche che non uniscono anzi sembrano dividere sempre più.

Le tensioni che già si registrano all’interno dell’Europa, che non si basa su una unione di intenti tra i popoli bensì su una unione economico-monetaria, hanno creato forti spaccature all’interno di essa, con continui attriti tra i vari stati, vedi l’ultimo tra Francia ed Italia.

Se a queste tensioni aggiungiamo probabili attriti dovute a fattori religiosi, essendo l’Albania per il 60% musulmana, rischiamo di alimentare una polveriera che prima o poi potrebbe esplodere.

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