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Addio a Little Richard, gigante del rock

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Anche lui ha lasciato questa terra ma non lo spirito di chi è cresciuto con la sua musica rutilante e folle. Un uomo tormentato da una sessualità ondivaga, ma nel suo DNA la genialità di chi ha saputo lasciare un segno nella storia del Rock&Roll. Ciao Little Richard! 

di Andrea Cavazzini

Little Richard, un‘altra legenda del Rock&Roll degli anni ‘50, è morto ieri nella sua casa nel Tennesse dopo una lunga malattia a 87 anni.  Con Chuck Berry e Fats Domino, ha contribuito a trasformare il blues e affascinare un’intera generazione.

Fonte d’ispirazione per gente come Elvis Presley e i Beatles, che hanno sempre ammesso di essersi ispirati alla sua musica da “Tutti Frutti” a “Long Tall Sally”, ma anche i grandi rocker bianchi dell’epoca come Buddy Holly, Jerry Lee Lewis, attinsero al suo repertorio.

Contribuì a dare al rock&roll se non il primo, a dare un’aria da scandalo, con le sue camicie sgargianti, la sua acconciatura pittoresca, i baffi sottili, il trucco eccessivo, un ego smisurato quanto la sua personalità e la sua voce tanto da dichiararsi l’uomo più carino del Rock&Roll. Precursore di un modo di fare spettacolo tra eccessi e stucchevole decadenza, urlava e aveva una voce strana, praticamente instancabile. Suonava il piano in modo del tutto insolito, rimanendo in ginocchio a picchiare sulla tastiera, martellandola con due mani come se volesse distruggerla. Sollevava una gamba e la appoggiava sui tasti, sbattendo il tallone, tanto che i bordi dei suoi pantaloni sembravano fluttuare come aquiloni.

Una personalità controversa fin ’dall’adolescenza, i conflitti con il padre che lo cacciò via da casa fin all’età di 13 anni quando iniziò a mostrare le prime “inquietudini sessuali”. Frequentando la parrocchia del suo quartiere iniziò a imparare la musica e approfondire lo studio del pianoforte. Ma furono anche i primi approcci con quella spiritualità che lo accompagnò per tutta la vita.

Fu notato nel 1947 da un cantante gospel mentre suonava all’esterno della scuola per guadagnare qualche spicciolo, lo invitò ad esibirsi sul palcoscenico di una festa scolastica, e da quel momento la sua ascesa fu inarrestabile. Iniziò partecipando a  spettacoli clandestini per travestiti (oggi li chiameremmo  rave party) ,  e da queste prime esperienze professionali che nacque “TUTTI FRUTTI”, una canzone che evoca il sesso tra uomini e che divenne da lì a breve un successo planetario quando un produttore lungimirante di Los Angeles lo mise sotto contratto, registrò il disco  non prima di aver ammorbidito  il testo  troppo esplicito per l’epoca, per consentire di farlo girare  alla radio.

Gli effetti si videro subito quando in un concerto a Baltimora ne 1956 le ragazze impazzite lanciarono gli slip sul palco, con la polizia in seria difficoltà a contenere quell’orda di fans incontrollata che voleva raggiungere Little Richard sul proscenio e chi addirittura minacciava di buttarsi dai balconi circostanti. Fino a quel momento non si era mai visto un musicista di R&B cosi estroverso e cosi selvaggio da suscitare una tale isteria collettiva.

Poi arrivarono altri successi come “Good Golly Miss Molly” e “Let the Good Times Roll” e con la ricchezza accumulata, Little Richard comprò una villa a Los Angeles dove si trasferì con sua madre.  Al culmine della sua fama, nel 1957, cancellò improvvisamente un tour in Australia per proclamarsi missionario della congregazione evangelica “Chiesa di Dio”. Dopo la sua conversione, sposò Ernestine Campbell, un segretario di questa chiesa, e insieme adottarono un figlio. Ma quattro anni dopo, il matrimonio fallì, dopo che Little fu arrestato per comportamento indecente in compagnia di altri uomini…

Le sue posizioni sulla sessualità rimarranno comunque ambivalenti. Nel 1995, ha dichiarato alla rivista Penthouse: “Sono stato gay per tutta la vita e so che Dio è un Dio dell’amore, non dell’odio. Ma alla fine del 2017, ha dichiarato, su un canale televisivo religioso dell’Illinois, l’omosessualità “contraria alla natura”.

Richard tentò anche la strada del cinema, apparendo in film rock come “Don’t Knock the Rock”, “The Girl Can’t Help It” e “Mister Rock ‘n’ Roll”, poi la conversione religiosa che lo portò a registrare un album fortemente influenzato dall’ossessionante lettura del Vangelo dal titolo “God is Real”. Questa breve parentesi durò poco anche perché il richiamo del rock’n roll era troppo forte per lui soprattutto quando nel 1964 i Beatles rilanciarono uno dei suoi cavalli di battaglia “Long Tall Sally”.

Nel corso dei decenni successivi, Little Richard continuò a esibirsi e registrare dischi, ma la risposta del pubblico non fu la stessa degli inizi d’oro e il suo successo lentamente iniziò ad appannarsi. Ma ciò non toglie che la sua influenza nel rock è stata indiscutibile, tanto che fu uno dei primi ad essere annoverato nella Rock ‘n’ Roll Hall of Fame nel 1986.

Già nel 2013 ebbe seri problemi di salute a causa di un grave infarto e confessò che l’assunzione di una semplice aspirina gli salvò la vita come confermato successivamente dai suoi medici. Ma lui addebitò questo miracolo ad un intervento superiore, perché “Dio così volle”.

Le sue canzoni, i suoi suoni e le sue canzoni spesso sottovalutate, sono state fondamentali e fanno parte del DNA della musica moderna e molte delle nuove generazioni di musicisti probabilmente non sono nemmeno consapevoli del fatto che lo stile delle loro canzoni provengono dalle intuizioni del  signor Little Richard.

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