Attualità
Abgal: il primo ordine sacerdotale dell’umanità civilizzata

La culla della vita, le prime città designate alla sovranità dell’uomo e segreti celati ai piedi di grandi piramidi
di Alessandro De Blasi
Roma, 20 dicembre – Il sangue di Sumer fluiva nelle vene dei primi Re degli uomini, scorrendo come i quattro fiumi della regione centrale del primo vero impero degli uomini, E.DIN, dimora dei giusti e dimora di una stirpe prescelta che avrebbe illuminato per millenni il mondo. In quelle terre si esercitava un potere che noi definiremmo ierocratico. La ierocrazia (o jerocrazia), dal greco ιερός [hieros] e κρατία [kratía–kratos], letteralmente potere dei sacri, indica una forma di governo gestita da una divinità o da rappresentanti terreni di essa. Rappresentandola sono perciò ritenute sacre a loro volta, come nel caso dell’ordine sacerdotale sumero. Le città stato sumere dunque erano sotto un governo ierocratico gestito periodicamente dagli En, i sommi sacerdoti dei culti degli dei della città (I loro equivalenti femminili erano conosciuti come Nin), il cui titolo era una trasposizione del potere degli dei; i loro nomi ed epiteti erano stabiliti dalle loro capacità ed occupazioni.
Il capo dell’ordine era l’Enmeduranki, che poteva considerarsi al pari del re (Ensi) nell’era arcaica di Sumer, ma successivamente venne istituita la carica del LU.GAL ( grande uomo) figura reale che ricopriva i ruoli di regno e sacerdozio; Enmeduranki deriva dal nome/epiteto di un grande re/sacerdote dell’era antidiluviana. Stando agli scritti EN.ME.DUR.AN.KI fu un uomo a cui venne conferita la conoscenza semi-assoluta dell’esistenza e i segreti di cielo e terra; fu deciso che sarebbe stato il primo di un longevo e potente ordine. In Sumer i sacerdoti erano responsabili di perseguire le tradizioni culturali e religiose della loro città attraverso le funzioni del tempio, seguendo direttive ben studiate che nell’arco dei secoli dovevano soddisfare determinati parametri suggeriti da un “dio vivente”. Ricordiamo infatti che nella cultura sumera troviamo descrizioni fisiche dettagliatissime, itinerari giornalieri e attività politiche ( più o meno come potrebbe operare la segreteria di un moderno capo di stato) degli dei del cielo, gli Anunnaki. Il sacerdozio risiedeva a tempo pieno in grandi complessi, strutture erette intenzionalmente intorno al grande centro di culto cittadino, dove risiedeva il dio, il DUR.AN.KI. Essi non solo erano i soli a conoscere gli antichi riti, ma amministravano molte questioni di stato, prendendo le più disparate decisioni, dalla creazione di nuovi canali d’irrigazione, nuove strade e a volte erano preposti anche alla corretta costruzione di un tempio, fungendo talvolta da consiglieri, talvolta da veri e propri ingegneri, conoscendo essi i segreti dietro ogni numero. I calcoli più complessi e le operazioni che la tecnologia moderna ci permette di utilizzare (allo scopo di creare, di avanzare, di prevedere) i popoli mesopotamici li conoscevano e li utilizzavano già millenni or sono, dimostrato dalle complesse strutture architettoniche; templi che venivano costruiti in base all’arrivo del sole nel giorno del solstizio d’estate, secondo le dodici costellazioni superiori, o ai movimenti della Luna (Ki.ngu, letteralmente guardiano della terra).
Si narra che nell’era antidiluviana esistessero gli Abgal ( Apkallu, in accadico); nella mitologia sumera è il termine che indica i Sette Sapienti, mitici precursori degli ordini sacerdotali della Mesopotamia e di tutto il mondo. Gli Apkallu, rappresentati come uomini vestiti di pesce (da non confondere con gli I.GI.GI,che erano difatti della razza degli dei Anunnaki) sono esseri semidivini istruiti in ogni arte. Furono “istituiti” dal dio Enki/Ea per insegnare agli uomini i ME; letteralmente questa piccola parola racchiude in sé il significato stesso di tutto ciò che è stato fatto, scoperto, dominato e conservato. Gli accadici ci hanno lasciato la lista dei sette Abgal dell’era antidiluviana, tutti eredi e discendenti di Adapa, il primo grande iniziato, la cui esistenza ha generato il biblico mito di Enoch. Le attestazioni letterarie più antiche risalgono ad un testo babilonese del XIV secolo a.C., rinvenuto in Egitto (Tell El-Amarna), mentre le più recenti provengono dalla biblioteca del re assiro Assurbanipal. E’ stato rinvenuto un analogo testo in sumero negli scavi iracheni di Meturan (Tellhaddad), ma non ancora pubblicato. Tutto iniziò con Adapa, il primo uomo civilizzato nato dall’unione di due figli di Ea; era dunque della stirpe di Enki. Adapa fu istruito sui numeri e sulle loro applicazioni nel mondo circostante, gli fu svelato il segreto del sole e dei suoi figli, dei moti di cielo e terra. Adapa fu il primo essere umano(anche se più vicino ad un semidio), secondo gli scritti, a nascere con gli occhi azzurri; una caratteristica prettamente legata agli dei. Parleremo approfonditamente di Adapa in un altro momento.
Il mito racconta che prima del diluvio il culto degli uomini pesce proseguì per decine di migliaia di anni e la stirpe di Adapa continuò con U.an, Apkallu del re Ayalu; vi successero U.an.duga, Apkallu del re Al.al.gar, Am.melu.anna, l’ Apkallu del re En.me.duga, En.megal.anna l’ Apkallu del re Ammegalanna, En.me.gul.ubba, Apkallu del re Enmeusumgalanna, Utu.abzu Apkallu del re Enmeduranki. Ed è questo ultimo re che fu il primo uomo, non un semidio dunque, ad accedere alle arti antiche e a donare il suo epiteto alla casta sacerdotale di Sumer. Dopo il diluvio universale l’ultimo Abgal era Nun.gal.pirig.gal, consigliere del re En.merkar di Uruk, dopodiché tutti i regnanti che succedettero al catastrofico evento non si avvalerono del consiglio di un Abgal ma di un Ummânū, un consigliere del tutto umano e non più di un semi-dio.