Diritti umani
A proposito di sociologia, Lidu onlus e Lidu internazionale si stringono la mano
A Narni, venerdì 11 e sabato 12 ottobre 2019, si è svolto il Festival della Sociologia con titolo ‘Senso e direzioni di senso’. La Lega Internazionale per i Diritti dell’Uomo, presieduta da Michele Marzulli ha per la prima volta coinvolto la Lidu onlus invitando ad intervenire il presidente Eugenio Ficorilli
Di grande spessore la tavola rotonda su TEORIE E IMMAGINI SOCIALI intitolata ‘Senso e direzioni di senso: Viviamo nell’era del pensiero unico e del politicamente corretto?’ che si è svolta venerdì 11 alle ore 14.00 presso la Sala Consiliare del Palazzo Comunale di Narni.
L’incontro, organizzato dalla L.I.D.U., Lega Internazionale per i Diritti dell’Uomo presieduta a Milano da Michele Marzulli, quest’anno, oltre che patrocinare la manifestazione, ha partecipato attivamente all’organizzazione del festival introducendo tra i relatori anche il presidente Eugenio Ficorilli della Lidu onlus (Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo), con l’intento di suggellare un effettivo rapporto di collaborazione tra le due storiche realtà a tutela dei diritti umani nel nostro paese.
Al centro del dibattito il senso e le direzioni di senso, inteso come il luogo ideale che l’essere umano detentore di diritti inalienabili, sceglie liberamente di raggiungere per soddisfare le proprie aspirazioni. Un’impresa ben difficile nell’attuale mondo globalizzato che tende sempre più a renderci individuabili ma non individui. Tra i modelli sociali presi in considerazione Pierluigi Spagnolo Giornalista (RCS – Gazzetta dello Sport), autore del libro best seller Amazon Ribelli degli stadi, ha spiegato come lo stadio di calcio rappresenti un eccezionale e variegata vetrina di comportamenti umani al limite con il ‘politicamente corretto’. ‘Durante una partita di calcio – ha detto – si innescano una serie di variabili dettate dalle emozioni del momento, che diventano oggetto di studio come se ci trovassimo all’interno di un piccolo laboratorio umano. In effetti alcune situazioni di emergenza hanno provocato l’attuazione del Daspo (Divieto di Accedere alle manifestazioni Sportive) per i gruppi più violenti, al fine di evitare contrasti tali da rischiare la vita delle persone. Situazioni estreme che se da un lato negano la libertà individuale di manifestare il proprio tifo, dall’altro introducono regole certe a tutela dell’incolumità delle persone presenti in uno stadio’.
Un ragionamento condiviso da Raffaele Federici, docente di Sociologia dei processi culturali e della comunicazione all’Università degli studi di Perugia, che partendo dall’immagine dello stadio come specchio della realtà sociale, si domanda cosa si intende per senso e individua in questa ricerca che si tratta della direzione verso la perfezione, strada che ogni individuo dovrebbe percorrere per trarne un risultato utile al senso della propria vita. Il sociologo, spiega Federici, è l’interprete dei fatti sociali e parlando di politicamente corretto va evidenziato che il confine tra ciò che è corretto e quello che non lo è, nell’attuale momento politico sociale, è davvero difficile da trovare. Non tutti i luoghi, ad esempio, possono essere luoghi della politica, esiste un limite anche nell’espressione politica perché ogni contesto ha un suo linguaggio, che è delimitato da confini che altro non sono che le certezze cui facciamo riferimento. Una spiaggia non è un luogo della politica, così come durante una seduta di Governo non ha senso raccontare una barzelletta. Quel che manca per restituire valore al senso da intraprendere è l’utopia, cioè il programma, il progetto che si vorrebbe realizzare, che forse non si raggiungerà mai, ma che ci stimola a dare una direzione alle nostre azioni e che descrive l’ambito d’azione del politicamente corretto.
Eugenio Ficorilli, presidente della Lidu onlus e già Capo Cerimoniale a Palazzo Chigi, si è occupato di delineare le linee d’azione della comunicazione istituzionale che, in questa epoca pervasa da mancanza di valori e di ideali, ci ha fatto dimenticare che lo Stato siamo noi, sono i cittadini, l’impegno in tal senso anche delle due Leghe dei diritti dell’essere umano diventa importante oltreché quasi pedagogico. Ficorilli, facendo riferimento alla modifica delle Costituzione di pochi giorni fa, che ha portato ad un dimezzamento dei Parlamentari, ha evidenziato l’inutilità di tale disposizione anche in termini di risparmio del denaro pubblico, perché i simboli del Parlamento, Camera e Senato, non subiranno modifiche strutturali nel loro impianto storico – strutturale, così come il numero degli uscieri, commessi, funzionari ed assistenti parlamentari. In un modus operandi che poco ha di politicamente corretto gli unici a pagare per il taglio dei parlamentari, saranno i cittadini che si vedranno meno rappresentanti su territori più vasti, con possibile conseguente aumento di spese di segreteria ed assistenti sul territorio. In modo più efficace e costruttivo i tagli di spesa operati dal presidente Mattarella, che ha eliminato di fronte al Quirinale un bellissimo palazzo che era la dimora dei vertici della sua segreteria e dove ora c’è un museo fruibile dai cittadini, realizzando un risparmio vero. Tra i punti da studiare in termini di diritti umani anche i simboli che ci rappresentano, assistiamo all’esposizione di bandiere nazionali scolorite, che ci riportano chiari segnali di deterioramento del senso delle istituzioni, senza contare il bombardamento continuo e capillare dei social media, vere e proprie piazze dove ci si litiga, si contesta e si offende ma senza costrutto. In ultimo ma non meno importante, il simbolo che ci unisce anche con i connazionali all’estero: la lingua italiana, quarta più studiata al mondo, che ci unisce e ci restituisce un senso di appartenenza anche al di là dei confini del Paese.
‘Non possiamo guardare avanti senza guardare ciò che è accaduto nel passato – ha detto nel suo intervento Furio Ghezzi, Avvocato, specializzato in diritto della comunicazione e d’autore, nazionale ed internazionale – il senso deve andare verso la direzione dello sviluppo. Stiamo assistendo ad una perdita della funzionalità del diritto ed alla morte delle ideologie, la fine delle quali ci sottopone ad essere bombardati da messaggi apparentemente politicamente corretti, ma che non ci appartengono più’. Tutto questo impone secondo Ghezzi una seria regolamentazione della nostra realtà digitale, perché il rischio è restare soggiogati piuttosto che padroni consapevoli che indirizzano tali tecnologie a favore degli individui.
“La società contemporanea appare sempre più disgregata, sgretolata dal peso di una comunicazione condizionata dalle nuove tecnologie che non permette più ai corpi sociali intermedi di filtrare e ordinare le diverse richieste ed obiezioni individuali, organizzandole in istanze collettive capaci di indirizzare le decisioni politiche. – ha detto al termine Michele Marzulli che ha moderato l’incontro – Del resto, è la filosofia stessa dei nuovi modelli aggregativi sociali basati sulle tecnologie, come i social network, che, trovando le sue radici nella logica commerciale, necessita di una moltiplicazione ed incremento costante dei consumi e quindi favorisce naturalmente il moltiplicarsi dei messaggi più che costituirne un freno”. Ha affermato, infine, Marzulli, a conclusione del convegno, “Ogni salto di paradigma tecnologico, infatti, porta con sé una certa fase di confusione ed una evoluzione sociale. Il futuro, tuttavia, offre sempre molte più possibilità del passato, a patto di non dimenticare mai la storia che ci ha portato fin qui, per non commettere nuovamente vecchi errori.”