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Diritti umani

A 29 anni dall’esodo biblico della Nave Dolce

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Integra Onlus si prepara a commemorare i 30 anni dell’Evento che segno’ la storia delle nostre due nazioni e dei nostri popoli.  Era l’8 agosto del 1991 quando entrò nel porto di Bari la «Vlora», la nave proveniente da Durazzo, con a bordo 20mila cittadini dall’Albania dove finalmente era caduta la dittatura comunista

Di Klodiana Cuka

Resteranno impresse nella mia memoria poco più che 18enne, gli indimenticabili avvenimenti vissuti mentre stavo ancora in Albania. Tappe che hanno cambiato radicalmente la storia del mio popolo e della mia madrepatria Albania, che spinta dal grande desiderio di libertà e voglia dell’occidente combatteva per cambiare il corso della storia! 

Avevo assistito nel dicembre del 1990 dalla città dello studente, al crollo del governo Ramis Alia. Ero a pochi passi sulla cornice della fontana quando Sali Berisha con Azem Hajadsri accanto disse “il governo Alia e’ caduto” e mi tornò in mente mio nonno che nel 1986 poco prima di morire aveva detto “abbiate fede, sta finendo”! 

Ero a casa a Durazzo e non credevano ai nostri occhi vedendo le immagini in Tv, il 2 luglio 1990 a Tirana il coraggio delle prime persone che letteralmente entrarono con molto coraggio nelle ambasciate partendo da quella tedesca, poi l’italiana, la cecoslovacca e man mano le altre, arrivando ad essere in 5000 che segnarano la vera fine del gioco comunista socialista durato 45 anni proiettando così la Terra delle Aquile verso la tanto desiderata Europa ed il resto del Mondo, libero e democratico!  

“Questi 30 anni trascorsi dallo storico esodo degli albanesi, sono un tempo per comprendere il prezzo della libertà ed il desiderio arduo dello spirito albanese che si e’ scontrato con la dittatura e ha lottato per la propria libertà” scrive per l’occasione il Premier Rama. 

Rientravo a casa a Durazzo dalla stazione del treno, tornando dall’università, tutti noi di Durazzo facevamo su e giù ogni giorno, e vedevo il fiume umano che si dirigeva al porto… 

Il 7 marzo del 1991 Brindisi viene presa d’assalto dalle navi partite dall’Albania. Il governo non c’è: i primi aiuti – e le scuse – arriveranno solo il 12 marzo, cinque giorni più tardi. Dalle carrette scendono, affamati e sporchi, uomini, donne e bambini accolti in ogni luogo, persino negli ingressi dei condomini, dagli abitanti dalla città.  

Brindisi capisce che si sta verificando una situazione insostenibile che si era già registrata nell’estate del 1990 con l’occupazione delle ambasciate straniere a Tirana e con lo sbarco ad Otranto di un gruppo di disperati. 

Nei giorni successivi l’attivazione dei centri di accoglienza profughi di Restinco e di altre strutture collocate nei centri dell’interno o lungo la costa (campeggi nelle località balneari di Ostuni, Fasano) rievocò le immagini del lungo dopoguerra, quando la città e l’intera provincia offrirono accoglienza a migliaia di italiani provenienti dalla Venezia-Giulia ed ai rimpatriati dalle isole dell’Egeo e della Grecia. Brindisi e l’intera regione, da sempre terra di emigrazione, scoprirono di essere ora paesi di immigrazione. Il fenomeno, latente agli inizi degli anni ‘80, assumeva ora un aspetto eclatante.  Lo stesso Restinco che negli ultimi anni viene usato per i richiedenti asilo africani e asiatici. 

 Era l’8 agosto del 1991 quando entrò nel porto di Bari la «Vlora», la nave proveniente da Durazzo, ancora piena di zucchero ed appena rientrata da Cuba, con a bordo 20mila cittadini del Paese delle Aquile. Un piccolo mercantile sovraccarico fino all’inverosimile di albanesi che, lasciatisi definitivamente alle spalle gli anni della dittatura comunista di Enver Hoxha, scappavano da un paese oramai nel caos per partire alla conquista del sogno italiano. Molti di loro si buttarono in mare ancora prima che la nave attraccasse, gli altri si riversarono sulle banchine, invadendo il porto e le strade in pochi attimi.  

Seppur la Puglia conosceva già bene la realtà degli sbarchi, perchè da mesi era cominciato il via vai di decine di profughi in fuga dal comunismo e dalla tragica crisi economica che aveva colpito l’Albania, quello dell’8 agosto 1991 fu un’altra cosa, definito un esodo biblico per l’Albania, una sorta di invasione pacifica, per la Puglia, che si trovò ad affrontare giorni difficili, testimoniando al mondo cosa fosse l’accoglienza! 

8 agosto 1991- 8 agosto 2020… sono passati 29 lunghi anni da quell’indimenticabile giorno che trasformo’ l’Italia da un Paese di emigranti, in uno Stato accogliente e di accoglienza! Integra Onlus si prepara a commemorare il 30ennio dell’Evento che segno’ la storia delle nostre due nazioni e dei nostri popoli. Vogliamo riaprire il Dibattito lanciato a marzo del 2011 presso l’Ambasciata d’Albania a Roma, con l’inaugurazione della Mostra di Vittorio Arcieri “IntegrAzione…” che abbiamo voluto realizzare fortemente per lasciare un segno e ritornare a riflettere su cruciali domande: chi eravamo noi albanesi nel 1991 e chi siamo oggi? Come e’ cambiata l’Italia in questi 30 anni e come sono cambiate le politiche migratorie? 

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