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Diritti umani

8 marzo 2022, oggi come ieri per celebrare i Diritti delle Donne e la Pace Internazionale

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Il prossimo 8 marzo i pensieri di ognuno non potranno non essere rivolti al desiderio di Pace per tutti ma, in particolar modo, per le donne e i bambini dell’Ucraina

di Damiana Cicconetti

Nel 1975 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto la Giornata Internazionale della Festa delle Donne: una data che si celebra in occasione dell’8 marzo in ogni Paese del mondo.

Le origini della Festa risalgono al 1910, quando si decise di proclamare  un giorno per celebrare, oltre i Diritti delle Donne, la Pace Internazionale… Temi oltremodo attuali, visti i tempi che stiamo vivendo! 

Il prossimo 8 marzo i pensieri di ognuno non potranno non essere rivolti al desiderio di Pace per tutti ma, in particolar modo, per le donne e i bambini dell’Ucraina, costretti a subire la violenta guerra che è in corso oramai da più settimane e che è stata insulsamente avviata nella notte del 24 febbraio, dal leader russo Vladimir Putin.

Perché l’uomo, al di là del trascorrere degli anni, non impara evidentemente alcunché dagli errori commessi nel passato. 

In effetti, analoghe vicende accadevano nel 1910, quando si è deciso di commemorare la morte di molte donne, uccise nel 1908, mentre protestavano pacificamente contro le intollerabili condizioni di lavoro a cui erano sottoposte: donne che facevano parte del Garment Workers Union di New York.

Donne che, come quelle ucraine di oggi, meritano di essere ricordate ancor oggi, in occasione della loro Festa che, invero, avrebbe dovuto insegnare qualcosa ad ognuno, non certo rimanere tale solo nella carta.

Impossibile restare indifferenti all’idea che le donne ucraine più fortunate troveranno rifugio nel nostro Paese o altrove, dopo aver lasciato i mariti, i compagni, i fidanzati, oltre agli affetti e ai valori più cari e, ovviamente, le loro case nel tentativo di avere salva la vita, assieme ai loro figli…

Inaccettabile il pensiero di altre donne che, di contro, hanno deciso di rimanere nella loro Patria per difenderla, al fianco dei loro uomini: donne che nulla sanno della guerra. Finanche anziane che abbiamo visto armeggiare maldestramente armi e fucili che mai avevano visto fino ad ora.

Intollerabile l’idea che altre donne ancora abbiano lasciato i Paesi in cui lavoravano da anni, per tornare nuovamente in Ucraina e non abbandonare i loro fratelli e sorelle in questo momento tanto difficile.

…Donne pronte a combattere contro il nemico invasore, in nome della libertà e della democrazia.

…Donne vittime di cotanta strage, assieme ai loro figli, perché ogni guerra, al di là dei morti certi, non può non cagionare traumi gravissimi. Persino ai più fortunati… I poveri sopravvissuti!

Ad onore del vero, che siano uomini, come pure donne, giovani o meno, oppure madri a tempo pieno o lavoratrici in carriera… Si tratta di esseri umani per sempre indelebilmente segnati da cotanta barbarie.

A non voler tralasciare altre storie… Di altre povere donne!

Ad esempio, quelle vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo e che, magari, avevano creduto di trovare migliori condizioni di vita una volta giunte in Italia, ma, invero, non solo.

Badanti sottopagate, collaboratrici al servizio di famiglie che, secondo un rapporto realizzato dal  Ministero del Lavoro, sono passate da poco più di 1 milione nell’anno 2001 a ben 3 milioni nel 2020 solamente in Italia.

Perché non vi è dubbio che, nell’ultimo decennio, l’area dei servizi di cura e assistenza per le famiglie ha rappresentato nel nostro Paese un grande bacino occupazionale.

Del resto, in Paesi come il nostro, in cui il tasso di natalità non è elevato ma, di contro, è in notevole aumento la fascia di popolazione anziana, è ovvio che si debba ricorrere all’attivazione di servizi di collaborazione e di assistenza per anziani o, comunque, per persone non autosufficienti, come pure di baby sitting, colf e badanti che, in larga parte, provengono proprio dai Paesi dell’est.

Si stima, oltretutto, che, mantenendo stabile il tasso di utilizzo dei servizi da parte delle famiglie, il numero dei collaboratori è destinato, in futuro,  ad aumentare ancor di più, arrivando a raggiungere 2 milioni 151mila collaboratrici nell’anno 2030, di cui, molte provenienti proprio dall’Ucraina.

…E pensare che proprio in Ucraina la Festa della Donna è una delle più importanti Feste Nazionali che si è soliti festeggiare con fiori e regali donati, dagli uomini alle donne, a dimostrazione dell’amore ed apprezzamento nei loro confronti!

…E pensare che, invece, quest’anno quelle stesse donne, oltre a non ricevere fiori né alcun’altra manifestazione di affetto, si ritroveranno sotto i bombardamenti a trascorrere la Festa dell’8 marzo!

Già!

…Quest’anno, oltretutto, molte di loro rischieranno di perdere la vita o quella dei loro figli e compagni, proprio nel giorno della loro Festa.

Ecco perché il prossimo 8 marzo, anziché festeggiare, desideriamo essere vicini a tutte le donne in difficoltà e, in particolar modo, alle donne e madri ucraine, che sono in ansia per le proprie famiglie, per i propri figli e per la drammatica situazione conflittuale che si è creata nel loro Paese.

Non poche sono le città italiane che, seguendo l’appello di Papa Francesco, dei Vescovi e delle comunità cattoliche ucraine – con i loro 50 cappellani – stanno accompagnando da giorni, con momenti di incontro e  preghiera, i drammatici eventi.

Inoltre, su invito della stessa Chiesa Italiana, la preghiera per la pace in Ucraina si celebra quotidianamente in tutte le parrocchie italiane.

La speranza è che i rapporti diplomatici in corso tra le grandi potenze coinvolte e l’impegno dell’Europa possano portare quanto prima all’ottenimento di una situazione pacifica delle tensioni in corso.

Diversamente, non potremo non assistere ad un massacro o, nel migliore dei casi, ad un esodo familiare dall’Ucraina che, in tal caso, dovrà essere sostenuto da un adeguata politica e da strumenti efficaci, sia in Italia che in Europa.

E questo in favore di coloro che saranno più fortunati… Per l’appunto, i soli sopravvissuti!

Un simbolico gesto da parte di ognuno può rivelarsi comunque utile.

Si potranno, ad esempio, effettuare piccole donazioni o bonifici ad Associazioni solidali.

Più precisamente:

Si potrà donare il 5 x 1000 alla LIDU ONLUS, nel modulo della prossima Dichiarazione dei Redditi (730, CUD, UNICO), nel riquadroScelta per la Destinazione del 5 x 1000 – Irpef”, inserendo il Codice Fiscale LIDU ONLUS 97019060587 nell’apposito spazio dedicato.

Si potrà fare un bonifico bancario alla COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO, alle seguenti coordinate:

            IBAN: IT67D0760103200000000807040

            Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX

            Beneficiario: Comunità di S. EgidioACAP Onlus

            Causale: Aiuti all’Ucraina

Ovvero, un bonifico bancario ai CLUB LEO, alle seguenti coordinate:

            IBAN: IT36C0893114507000040005383

            Beneficiario: Distretto Leo 108L

            Banca Lazio Nord Credito Cooperativo

            Causale: UCRAINA

Oppure al CLUB LIONS, alle seguenti coordinate:

            IBAN:IT03T0521603222000000000945

           Beneficiario: Lions Clubs International Multidistretto 108 Italy c/o CREVALAg. n. 22 Roma

           CAUSALE: UCRAINA

Si potrà altresì contribuire con la consegna di vestiario, medicinali, coperte e/o altro all’ASSOCIAZIONE SALVABEBE’-SALVAMAMME, fissando un appuntamento al n.  06/35403823,

Da ultimo, per chi desidera, si possono donazioni al NUMERO SOLIDALE 45525

 Perché in situazioni tanto drammatiche anche un piccolo gesto è utile a fare la differenza.

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