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Diritti umani

3 dicembre 2021: Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. “Nessuno venga lasciato indietro!”

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L’obiettivo che ci si pone è proteggere ed assicurare il godimento di tutti i diritti umani, come pure ogni forma di libertà fondamentale alle persone affette da disabilità, senza operare discriminazione alcuna ma, invero, promuovendo la loro effettiva partecipazione e inclusione all’interno della società.

 di Damiana Cicconetti  

Il 3 dicembre è la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, ricorrenza istituita nell’anno 1981 per promuovere la conoscenza, la diffusione e l’approfondimento dei temi inerenti ogni forma di disabilità, fisica, psichica e sensoriale e, al contempo, includere le persone che ne sono affette in ogni ambito della vita, perciò allontanando ogni forma di discriminazione o, peggio ancora, di violenza.

Fin dal 1993 questa data coincide con la Giornata Europea delle Persone con Disabilità, stante le decisioni della Commissione Europea che così ha statuito in accordo con le Nazioni Unite.

L’obiettivo che ci si pone è proteggere ed assicurare il godimento di tutti i diritti umani, come pure ogni forma di libertà fondamentale alle persone affette da disabilità, senza operare discriminazione alcuna ma, invero, promuovendo la loro effettiva partecipazione e inclusione all’interno della società.

Questo l’intento-principe espresso dalla stessa Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità, che si preoccupa di valorizzare le abilità di persone che convivono con disabilità, assicurandone al contempo le pari opportunità e concentrandosi in particolar modo sul cosiddetto empowerment, da intendere quale aumento di potere, incremento di energia, di partecipazione e responsabilità, oltre che valorizzazione delle risorse umane, attraverso la messa in campo di un processo di riconquista della consapevolezza di sé, delle proprie potenzialità e del proprio agire che, ad onore del vero, sembra più indirizzato a chi non presenta tali problematiche eppure continua erroneamente a focalizzare ogni attenzione sulle disabilità altrui anziché sulle persone con disabilità che, in quanto esseri umani, sono meritevoli di diritti analoghi a quelli di ogni altro, oltre che di analoga dignità e benessere.

Proprio questo il motivo per cui l’Unione Europea e gli Stati Membri sono divenuti parte del Trattato entrato in vigore nel gennaio dell’anno 2011 che ha, poi, guidato la Campagna europea sulla disabilità per il decennio 2010-2020.

Del resto, parlare di diritti dei disabili è un errore gravissimo, visto che si tratta in primis di diritti di esseri umani sì disabili ma che non devono, di certo, essere identificati con le loro disabilità.

Corretto è, invece, trattare di diritti delle persone con disabilità, da intendere quale estensione di alcuni diritti importantissimi di ciascun uomo, tra cui quello di vivere in libertà e di non soffrire inutilmente: diritti che vanno pertanto intesi in senso legale ma finanche morale, esattamente come quelli di chiunque altro, seppur con un’attenzione aggiuntiva ma, invero, mirata alla presenza della disabilità.

In effetti, oltre il 15% della popolazione mondiale nel corso della vita diviene disabile – seppur momentaneamente, almeno nella maggior parte dei casi – per incidenti e/o malattie, così ritrovandosi a subire discriminazioni che ne limitano la piena partecipazione alla vita sociale. E, ad onore del vero, questo dato, già di per sé allarmante, sembra destinato ad aumentare ancora, proprio in considerazione dell’invecchiamento della popolazione che comporta un inevitabile incremento di disabilità, tanto più in Paesi poveri dove i rischi di incidenti e la presenza di patologie croniche sono ancor più considerevoli.

Ed è proprio in considerazione di ciò che l’Agenda ONU 2030 e l’Agenda Europea sui Diritti delle Persone con Disabilità 2020-2030 – resa pubblica lo scorso 20 novembre – non hanno potuto fare a meno di porre massima attenzione allo sviluppo sostenibile di persone con disabilità, garantendone un equo accesso all’istruzione, di qualità e senza barriere; oltre all’inclusione, sia a livello economico che politico, al tempo stesso preoccupandosi di abolire ogni barriera fisica per assicurare l’accesso ad edifici e trasporti pubblici, pur senza dimenticare di provvedere ad un miglioramento della raccolta dei dati statistici relativi alla disabilità, soprattutto in quei Paesi che, rispetto ad altri, sono più arretrati.

Un elenco, dunque, delle maggiori iniziative che avranno luogo nel nostro Paese in questa importante ricorrenza, seppur in presenza del Covid-19:                     

­­­in Calabria, presso il Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia, si organizzerà una visita guidata dopo essersi adoperati al meglio nell’eliminazione delle barriere architettoniche all’interno della stessa struttura;

analoga iniziativa avrà luogo in Friuli Venezia Giulia, presso Palazzo Clabassi, a Udine;

molteplici attività si terranno nel Lazio e, più in particolare, nella capitale, con l’evento denominato “Un Giorno a Castello”, presso Castel S. Angelo. Ed, ancora, presso Villa d’Este e Villa Adriana, oltre che presso l’Archivio di Stato, dove è stato organizzato un rilevante progetto denominato “Percorsi Tattili per persone ipovedenti e non vedenti”;

in Liguria si svolgeranno incontri e convegni mirati all’analisi di ogni profilo della disabilità presso le Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola, a Genova, col programma “Una visita Guidata nella Lingua dei Segni” (LIS);

in Puglia altrettante visite sono previste presso il Museo Archeologico Nazionale;

in Veneto si terranno discussioni all’interno della meravigliosa Basilica di S. Giustina di Padova;

in Sicilia, nella città di Agrigento, si avrà modo di scoprire la documentazione notarile tra esperienze e percorsi multi-sensoriali grazie al progetto “Carte senza Barriere”;

in Sardegna, nelle città di Sassari e Nuoro, si potrà prendere parte a “Visite senza barriere” presso i rispettivi Centri Restauro della Sopra-intendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio;

singolari le due iniziative organizzate dalla regione Marche: ad Ascoli Piceno, il progetto “Mettiti nei miei occhi”, a cui parteciperanno persone ipovedenti, non vedenti e normo-vedenti ma bendate, al fine di cambiare prospettiva e comprendere quanto la vista possa talvolta sminuire l’importanza di altri sensi, ovvero sensazioni. Il secondo incontro – ancora in fase organizzativa – è previsto con Francesco Rèpice, definito da sempre “il radiocronista che permette di vedere il calcio semplicemente raccontandolo…”.

Numerose e svariate, quindi, le attività promosse in questa importante giornata, eppure tutte accomunate da un comune pensiero che mai deve essere dimenticato: la disabilità è una questione di percezione e, oggi più che mai, è da intendere come adattabilità, non certo inabilità, caratteristica che, ad onore del vero, riguarda i normo-dotati che si preoccupano esclusivamente ma, invero, erroneamente delle disabilità altrui, perciò evidenziandole e sminuendo il resto, anziché garantire a tutti coloro che ne sono affetti quegli stessi diritti che riguardano ognuno. Nessuno escluso! Proprio a conferma dello slogan adottato quest’anno per il prossimo 3 dicembre, affinché “Nessuno venga lasciato indietro!” 

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