Diritti umani
20 dicembre 2021: Giornata Internazionale della Solidarietà Umana

Un Valore fondamentale, universale e imprescindibile, alla base della relazione tra i popoli.
di Damiana Cicconetti
Nell’anno 2005 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito, con Risoluzione 60/209, la Giornata Internazionale della Solidarietà umana, celebrata il 20 dicembre di ogni anno.
La Risoluzione identifica tutti i principi legati alla pace e alla tolleranza. In primis, la solidarietà, intesa come “uno dei valori fondamentali e universali alla base delle relazioni tra i popoli…”: un valore imprescindibile, alla base della convivenza sociale e, perciò, posto tra i diritti fondanti dell’ordinamento giuridico italiano, tanto da essere garantito tra i diritti inviolabili dell’uomo.
Non a caso la International Human Solidarity Day coincide con la creazione del Fondo di Solidarietà Mondiale, nato il 20 dicembre del 2002, con lo scopo di sradicare la povertà e promuovere lo sviluppo umano e sociale, attraverso programmi di azioni mirate soprattutto – ma non solo – ai Paesi in via di sviluppo, in cui è presente maggior povertà, ovvero quella fascia di popolazione che, tenuto conto dell’Indice di Sviluppo Umano (ISU), presenta “peggiori aspettative di vita, minori livelli di istruzione e minor PIL pro capite…”.
Dunque, l’obiettivo dell’ONU è rendere la solidarietà il vero pilastro della relazioni internazionali, facendo sì che le azioni solidali siano utili a risolvere i problemi economici, sociali e culturali. Invero a livello planetario.
Da qui la necessità di forme di collaborazione tra le Nazioni, le une verso le altre, al fine di lavorare insieme per ottenere un obiettivo che deve essere comune: la costruzione di un futuro più prospero, perciò migliore per tutti, attraverso la ricerca di soluzioni globali e il raggiungimento di accordi internazionali sullo sviluppo sociale. Temi fin troppo attuali, visti i tempi che stiamo vivendo.
In effetti, la solidarietà è un’arma davvero potente, in grado di unire le persone e colmare le distanze. Tanto più utile a consentire l’ottenimento di un progresso mondiale. Perché insieme ci si può opporre con maggior efficacia ad ogni forma di iniquità, come ha sostenuto già agli inizi del secolo scorso lo scienziato Noam Chomsky nell’opera Sistemi di Poteri, nel punto in cui afferma che “la solidarietà rende gli individui difficilmente controllabili, impedendo che diventino un soggetto passivo nelle mani dei privati…”.
E se è vero che qualche progresso rispetto al passato è stato raggiunto, è ancor più vero che molto resta ancora da fare, visto che persistono profonde disuguaglianze sociali ed enormi disparità tra i Paesi. Anzi: addirittura all’interno degli stessi.
Ed è proprio in considerazione di queste evidenti discrepanze sociali, politiche e culturali che, oggi più che mai, è necessario “instillare” il concetto di solidarietà umana a livello planetario. Perché se le associazioni possono rivelarsi utili a risolvere numerose situazioni di disuguaglianza e povertà, è indubbio che esse sole non potranno far scomparire tali problemi. Di contro, laddove la solidarietà diverrà parte del vivere civile, entrando attivamente nella vita quotidiana di ciascuno, ne potranno ottenere benefici in primis le categorie fragili, quali poveri, malati, anziani, bambini ma, invero, tutti. Perché tanti e tali problemi non riguardano “solo gli altri…” ma ognuno – nessuno escluso! –, visto che gli altri siamo noi.
Ecco perché è importante che le famiglie insegnino ai figli, fin da piccini, ad essere solidali, attraverso gesti che implicano condivisione e tolleranza, anche nei più semplici eventi della vita quotidiana.
Altrettanto importante il contributo della scuola. Ad esempio il CNDDU, Coordinamento dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, è da sempre dedito all’insegnamento del valore della solidarietà: “cemento del corpo in cui viviamo, nella partecipazione di un destino comune in cui nessuno deve essere lasciato indietro, né dimenticato…”, come ha dichiarato una delle esponenti, la Prof.ssa Chiara Cascino, docente in Economia.
Del resto, tutti meritiamo di vivere serenamente, senza temere la fame, la privazione di un tetto e tutte quelle forme di ingiustizie che minano l’umana dignità dell’essere umano.
E se, a tal punto, riflettiamo sulle problematiche generate dall’attuale pandemia, la situazione non può non apparire ancor più allarmante, oltre che drammaticamente attuale, visto che l’emergenza Corona-virus ha impedito – o, in larga parte, limitato – azioni mirate alla tutela della materia dei Diritti Umani, finanche in Paesi ritenuti da sempre sviluppati e ricchi.
In Italia, ad esempio, vivono attualmente ben due milioni di persone in stato di indigenza: i “nuovi poveri…” che, per fortuna, usufruiscono sì di bonus alimentari statali, ma altresì delle iniziative di associazioni umanitarie che, da sempre – ma ancor di più oggi – si sono prese carico di coloro che si sono trovati improvvisamente in difficoltà.
Pertanto, il prossimo 20 dicembre sarà ancor più importante rammentare i capisaldi dell’ONU: “la pace tra i popoli, la tolleranza e la solidarietà, che deve guidare gli altri verso il prossimo, celebrando un giorno in cui parlare di unità, seppur nella diversity; senza dimenticare l’impegno internazionale dei governi e la promozione di azioni virtuose, capaci di attivare iniziative contro la povertà, così finalmente debellandola…”.
E proprio tenendo conto del fatto che “gli altri siamo noi…” e le festività di Natale sono ormai prossime, mostriamo la nostra solidarietà verso i più bisognosi fin da ora: magari con una piccola donazione alla LIDU, la più antica associazione italiana, impegnata fin dal 1919 nella diffusione della conoscenza e nell’applicazione dei diritti fondamentali dell’uomo, ovvero decidendo di donare il nostro Cinque per Mille nel modulo della Dichiarazione dei Redditi (730, CUD, Unico), nel riquadro “Scelta per la Destinazione del Cinque per Mille dell’Irpef”, inserendo il Codice Fiscale LIDU Onlus 97019060587 nell’apposito spazio dedicato.