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Diritti umani

13 gennaio 2022: Giornata Internazionale del Dialogo tra Religioni e Omosessualità

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Una data istituita da Arcigay per commemorare il suicidio di Alfredo Ormando, poeta e scrittore siciliano che  il 13 gennaio  1998 si diede fuoco in Piazza San Pietro, nel tentativo di far aprire gli occhi alla società dell’epoca sul tema dell’omosessualità

di Damiana Cicconetti

Il 13 gennaio si celebra la Giornata Internazionale del Dialogo tra Religioni e Omosessualità: una data istituita da Arcigay per commemorare il suicidio di Alfredo Ormando, poeta e scrittore siciliano che proprio il 13 gennaio dell’anno 1998 ha deciso di compiere un gesto tanto eclatante quanto drammatico, incendiandosi in Piazza San Pietro, nel tentativo di far aprire gli occhi alla società dell’epoca nei confronti del tema dell’omosessualità… Un tema fin troppo celato e poco considerato dalla Chiesa cattolica ma non solo.

In effetti, la discriminazione e l’odio che Ormando aveva quotidianamente subito fino ad allora, a causa del manifesto orientamento sessuale, era divenuta oltremodo intollerabile: Ormando aveva dovuto sopportare il ripudio della famiglia, oltre al profondo disprezzo dei concittadini di San Cataldo, il piccolo borgo della provincia di Caltanissetta in cui era nato e cresciuto.

Le gerarchie cattoliche arriveranno a dire che mi tolgo la vita per malattia, o debolezza, non per urlare loro l’ingiustizia che infliggono agli omosessuali nel nostro Paese e non solo…”:  queste le accorate parole che emergono dalla sua lettera-denuncia-testamento.

Chiedo scusa per non avere considerato l’omosessualità una sessualità naturale. Il mio corpo martoriato dalle fiamme è ora la mia parola. Finalmente ascoltata…”: questa l’ultima frase scritta poco prima di morire.

Parole drammatiche. Anzi! Drammaticamente vere. Di certo ancor più vere vent’anni fa. Anzi! Anche oggi.

Parole da cui emerge il giudizio prepotente dell’epoca verso chi manifestava orientamenti sessuali “diversi…”, al contempo ritenuti “perversi e contro-natura…”.

Basti pensare che solo nel 1990 l’O.M.S. ha rimosso l’omosessualità dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental (DSM) e, in buona sostanza, ha ritenuto gli omosessuali non più malati di mente.

…Inevitabili le discriminazioni omofobe che fino ad allora avevano imperato ovunque: non solo in ambito religioso.

…Giudizi e commenti che non potevano non ferire mortalmente, visto che vi era un totale atteggiamento di chiusura nei confronti della comunità LGBT+ (acronimo di lesbica, gay, bisessuale, transgender ed altro).

…Commenti e giudizi che andavano ben oltre la gerarchia ecclesiastica, perché rappresentavano opinioni comuni per l’intera società: in primis italiana ma non solo.

Un tema fin troppo attuale quello del dialogo – seppur mancato o, in ogni caso, scarso – tra religioni e omosessuali. 

Senza dubbio ai giorni nostri cotante problematiche appaiono più “sfumate”, anche grazie a Papa Francesco e al suo costante dialogo con ognuno, su qualunque tema. Nessuno escluso!

Andrea Rubera, portavoce di Cammini di Speranza, Associazione Nazionale di Cristiani LGBT+, non ha potuto non ricordare la sua telefonata con Papa Francesco: “Il primo Pontefice che ha utilizzato senza timori il termine gay… Il primo ad avere sostenuto Chi sono io per giudicare un  gay… Il primo che si è, dunque, mostrato aperto al dialogo, pur senza dimenticare i lunghi e secolari tempi della Chiesa…”.

Del resto, non è la sola religione cattolica ad essersi dimostrata chiusa al dialogo con gli omosessuali. Ma anche molti altre… Ebraica, protestante, musulmana:   tutte ritengono “peccaminosa l’omosessualità…”.

Ecco perché il dialogo avviato da Papa Francesco è indicativo di una rilevante apertura, seppur infinitesimale: un’apertura che è e resta dovuta, perché merita di essere affrontata, non più volutamente ignorata.

Certo, rispetto al passato, oggi esistono molte norme atte a tutelare ognuno, indipendentemente dall’orientamento sessuale.

Ancor più certo è che la società odierna appare più aperta rispetto al passato, rivendicando il diritto di chiunque a vivere la propria sessualità come meglio crede e, al contempo, condannando ogni atto discriminatorio laddove si verifichi, come purtroppo accade.

Si è, poi, arrivati al riconoscimento delle “unioni civili”… Uno status giuridico analogo a quello conferito col matrimonio e che permette di assistere il partner presso strutture ospedaliere in caso di malattia, così come è riconosciuto al coniuge.

Tuttavia, ancor oggi continua a restare irrisolto il tema del dialogo tra religioni e omosessuali…

Un tema che appare, dunque, sostanzialmente invariato rispetto al passato…

Tema che, in ogni caso, rappresenta una rivoluzione che, seppur solo semantica, è pur sempre rivoluzione…              

Una rivoluzione data dalla speranza che ha acceso Papa Francesco con le sue parole…

Parole che il Pontefice ha dichiarato al Direttore di Civiltà Cattolica Antonio Spadaro, quando ha affermato: “Se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla… Dio ci ha resi liberi…”.

…Parole, dunque, a cui non potranno – ma, invero, dovranno – seguire inevitabili e profondi cambiamenti.   

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