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Seicentomila camionisti paralizzano il Brasile

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Il Paese sudamericano paralizzato dallo sciopero dei camionisti e il governo fa intervenire l’esercito. Panico tra la popolazione civile. Proclamato lo stato d’emergenza.

 

di Vito Nicola Lacerenza

 

Per una settimana, seicentomila camionisti hanno bloccato le principali arterie del Brasile, per protestare contro l’aumento del prezzo del carburante che, dal 2016, è quasi raddoppiato. Il sindacato dei camionisti del Paese latino, ABCAM, ha intimato al presidente brasiliano, Michel Temer, di abolire le tasse su diesel e benzina, sotto la minaccia di uno sciopero a oltranza, che ha rischiato di far precipitare l’economia della nazione e ha seminato il panico tra la popolazione. Temer ha risposto al ricatto dichiarando lo stato d’emergenza e autorizzando l’intervento dell’esercito, che ha incominciato a sgomberare le autostrade, senza incontrare resistenza. Sebbene la situazione stia ritornando alla normalità, la lunga interruzione del trasporto su gomma, ha lasciato a secco le stazioni di benzina in ogni angolo del Brasile e prive di rifornimento migliaia di attività commerciali e miioni di cittadini. Da giovedì gli scaffali dei supermercati sono rimasti vuoti, facendo schizzare i prezzi dei pochi generi alimentari ancora disponibili. Moltissime persone, spaventate dalla durata dello sciopero, sono corse, precipitosamente, a comprare quanto più cibo potevano, al punto che la catena di supermercati francese Carrefour ha  stabilito un limite  di articoli acquistabili, giornalmente,  da ogni cliente. A fare le spese delle proteste sono stati anche i settori strategici dell’economia brasiliana: l’allevamento di bestiame e la produzione di zucchero.

L’associazione brasiliana degli allevatori APBA ha detto che oltre 150 centri di macellazione sono stati costretti a sospendere la produzione, a causa dell’esaurimento delle scorte del carburante. Anche la produzione di zucchero si è fermata. I serbatoi dei mezzi per la mietitura delle cannamele sono rimasti vuoti. Le principali città del Brasile San Paolo, Rio de Janeiro, Brasilia, per far fronte alla carenza di carburante, hanno sospeso “i servizi di trasporto non essenziali”, senza, però, riuscire ad impedire che il funzionamento delle infrastrutture strategiche fosse compromesso. Gli ospedali sono rimasti a corto di medicinali, siringhe, bende e bombole d’ossigeno; moltissimi aerei, nei principali aeroporti del Brasile, sono rimasti a terra, senza carburante; le strade delle città sono state sommerse dalla spazzatura, perché i camion per la raccolta dei rifiuti sono a secco. Recentemente, ABCAM ha annunciato la fine dello sciopero e dei posti di blocco nelle autostrade, lasciando intendere che i servizi di trasporto su gomma riprenderanno nelle prossime ore.

 

 

 

 

 

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