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Putin e Xi : due dittatori al potere delle due più grandi potenze mondiali restano in carica per sempre come “imperatori”.

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Uno è l’uomo forte della Russia, l’altro è il “principe rosso” della repubblica popolare cinese. Sono, rispettivamente, Vladimir Putin e Xi Jinping, entrambi figli della povertà.

di Vito Nicola Lacerenza

Uno è l’uomo forte della Russia, l’altro è il “principe rosso” della repubblica popolare cinese. Sono, rispettivamente, Vladimir Putin e Xi Jinping, entrambi figli della povertà. Entrambi nati e cresciuti durante fasi delicatissime per i regimi comunisti della Cina e della Russia. Mentre si sgretolava il muro di Berlino nel 1989, decretando la fine dell’Unione Sovietica, Putin era un agente del KGB (ex agenzia dei servizi segreti russi), impiegato nella zona est della capitale tedesca. Anche Xi ha un passato nell’esercito. L’unico modo per le persone di umili origini, di scalare le gerarchie sociali e fare carriera: una periferia di San Pietroburgo in Russia e le campagne del Liangiahe in Cina sono stati i luoghi dove, rispettivamente, il leader russo e il presidente cinese hanno trascorso la loro infanzia. Infanzia povera e piena di difficoltà quotidiane.

I due “imperatori” non avrebbero mai immaginato che un giorno le loro storie di gioventù sarebbero diventate i motori di una propaganda che, qualche decennio più tardi, avrebbero contribuito a costruire il loro potere incontrastato. “I due grandi venuti dal basso” che hanno dichiarato guerra ai magnati dei loro Paesi, colpevoli di corrompere la società: Putin agli oligarchi che tenevano in pugno le leve dell’economia russa e Xi ai ricchissimi imprenditori cinesi. Agli occhi degli osservatori occidentali, però, le campagne anti – corruzione sono apparse più come una manovra per centralizzare il potere basata sull’eliminazione degli ultimi avversari politici rimasti. Le recenti rielezioni plebiscitarie dei due presidenti sembrano avvalorare la tesi, i due non hanno più rivali.

Le analogie dei due leaders, però, sono soltanto biografiche, perché le sorti delle loro nazioni sembrano aver preso strade opposte: la Russia è alle prese col calo del prezzo dei combustibili fossili, con le pesanti sanzioni imposte dalle comunità internazionali per la guerra di Crimea intrapresa da Putin e con un crescente isolazionismo. Mentre il gigante Asiatico è da un decennio nel mezzo di una vertiginosa crescita economica che l’ha annoverato tra le maggiori potenze se non la prima in assoluto, almeno a livello economico.

 

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