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Italia

Italia del sud: un viaggio in treno svela il volto meno gradito

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Tempo di lettura: 4 minuti

L’Italia  ha innumerevoli volti e pochi di noi avranno la possibilità di vederli tutti. Per la sua  geografia e per la sua Storia il Bel Paese ha un mezzo che permette al viaggiatore di poter vedere, nello spazio di poche ore, come cambia il nostro paese e spesso in modi inattesi.

di Gianni Pezzano

Il treno ci permette di vedere mutare il paesaggio da regione a regione con l’agricoltura, l’industria, le città e i paesini. Andando a Roma dal Nord vedi il gioiello di Orvieto in cima alla sua collina, andando verso Milano vedi l’Emilia Romagna passare sotto gli occhi  e ci vuole poco per capire perché questa regione sia una potenza nell’agricoltura, come anche nell’industria.

Ma a volte il treno ci riserva sorprese amare e un recente viaggio ha dato prova concreta dell’esistenza dii un’Italia che nessuno vuole, ma che in certe zone condiziona il volto dei suoi abitanti.

Viaggio insolito

Durante un recente viaggio a Catanzaro abbiamo deciso di prendere il treno lungo lo Ionio per andare a trovare cugini nella provincia di Reggio Calabria. Quella gita di un giorno è iniziata in un modo molto inatteso.

Abbiamo preso il treno a Soverato e, come consuetudine per l’orario, era pieno di gente che andava a lavoro e a scuola. Per fortuna c’era posto a sedere e ci siamo accomodati per godere le splendore del mare che è solo una delle glorie di una terra che ha millenni di Storia.

Dopo pochi minuti abbiamo notato un agente della Polizia Ferroviaria avvicinarsi a un passeggero per chiedergli un documento di riconoscimento. È stata la prima volta per noi assistere a un’azione del genere su un treno. Qualche minuto dopo è passato il controllore per chiedere i nostri biglietti e pensavamo che la parte burocratica del viaggio fosse finita. Ci siamo sbagliati.

Pochi minuti dopo è tornato l’agente della Polizia Ferroviaria, ma questa volta a chiedere il documento di riconoscimento di chi scrive. Siamo rimasti stupiti e la vicenda è diventata un pò complicata perché i documenti che avevo quel giorno erano australiani e non italiani visto che non sentivo il bisogno di portare documenti con me per un viaggio di un’ora.

Altre sorprese

Mentre lui faceva i dovuti controlli mi sono reso conto che il primo passeggero controllato era un mio coetaneo e simile a me  in corporatura. Questo mi ha fatto capire che i controlli non erano a caso, ma che la Polizia era in cerca di una persona in particolare.

Pochi minuti dopo l’agente mi ha avvisato che i miei documenti erano in ordine e ci ha augurato un buon viaggio, ma le sorprese non erano ancora finite perché non avevamo notato una dettaglio a dir poco sconcertante. Mentre faceva il suo giro il controllore era accompagnato da un agente dei servizi di sicurezza aziendale delle FS.

Non solo qualcuno aveva deciso che ci doveva essere la Polizia Ferroviaria su quel tratto quella mattina, ma persino sentiva il bisogno di mettere a bordo anche la sicurezza dell’azienda. Confesso che in quel momento avevo molta curiosità di sapere il motivo di questo livello di sicurezza. Naturalmente non ho dato voce a questa curiosità, ma uno sguardo agli altri passeggeri mi ha fatto capire che erano attenti a non farsi notare nel corso del viaggio.

Per fortuna abbiamo avuto anche un momento di divertimento a metà viaggio quando il solito giovane furbone ha cercato di viaggiare senza biglietto per poi cercare di pagare il biglietto senza l’inevitabile multa. Certamente non aspettava di trovare quegli agenti, come nemmeno la loro presenza al suo fianco per il resto del viaggio.

Realtà

Tristemente la zona del viaggio è abituata alla presenza massiccia di forze dell’ordine. Facendo tutto il tratto tra Catanzaro e Reggio Calabria i nomi di due fermate hanno avuto i loro momenti nelle cronache nere del nostro paese.

Locri e Africo non sono estranee alle lotte tra cosche e a pochi chilometri da loro altri paesi come San Luca e Platì, per nominarne soltanto due, hanno trovato spazio nei giornali di vari paesi in giro il mondo, compresa l’Australia dove la criminalità organizzata calabrese è stata coinvolta in molti casi celebri. Questa è la piaga che segue gli italiani di certe regioni nelle loro emigrazioni da oltre un secolo.

Il caso di Locri dimostra i problemi per superare le difficoltà create dalle cosche, sia all’immagine che alla gente del territorio. La città dovrebbe essere il centro di un turismo basato sulla sua Storia importante e la sua collocazione vicino a Riace dove furono trovati i celebri bronzi ora al Museo Nazionale della Magna Grecia a Reggio Calabria. Fino ad ora e per chissà quanto tempo, il grande turismo internazionale per queste zone rimane solo un sogno.

Futuro

Tristemente questa Storia antica è sovrastata dalle cronache degli ultimi decenni. Basta passare in quei paesi per vedere che gli sviluppi necessari per creare un’economia moderna stentano a crescere. Da esperienza personale so che la voglia di cambiare tra la gente non è ancora grande abbastanza da superare le difficoltà create dalla cosche. Questa, come in altre regioni del paese, è una tragedia nazionale.

Un caso particolare di Cosenza dimostra il potenziale enorme del territorio calabro. La ditta Amarelli di Rossano produce liquirizia da tre secoli e i suoi prodotti non si trovano solo nei supermercati di tutto il paese, ma in molti altra paesi in tutti i continenti.

Vedere il disinteresse dei passeggeri alla presenza degli agenti sul treno quella mattina è stata la  prova in piccolo delle difficoltà che la gente di queste zone deve affrontare e superare se davvero vuole che la Calabria entri nel ventunesimo secolo e prenda un posto d’onore nell’economia italiana.

Mentre batto queste parole mi rendo conto che sono frasi e parole ripetute da decenni, ma come figlio di uno dei milioni di emigrati calabresi che furono costretti a lasciare la loro terra nativa per costruirsi un futuro per i loro figli, ogni volta che torno in Calabria vedo il terreno, assaggio i prodotti straordinari, incontro nuovo gente colta e istruita e mi viene spontaneo volta dopo volta lo stesso pensiero: che potenziale sprecato!

Ma non saranno agenti su un treno regionale a realizzare questo potenziale. Il cambio arriverà soltanto quando i cittadini capiranno che solo loro possono creare il futuro e che potrà iniziare soltanto il giorno che, come popolazione, decideranno di non essere più condizionati da quelle ‘forze occulte’ che sono conosciute all’estero meglio dei loro prodotti.

 

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