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Arte & Cultura

Edovain e il mondo della musica elettronica

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Tempo di lettura: 3 minuti

Oggi in uscita il suo nuovo singolo intitolato “Dentro”

Di Francesca Rossetti

Edoivan nei campiRoma, 23 ottobre- Edoivan è un giovane cantante di Como che segue il genere pop elettronico utilizzando però la lingua italiana e non la metrica anglosassone come normalmente avviene. Nato artisticamente a fine 2006, ha realizzato diversi brani ed album in digitale e vari videoclip e il 23 ottobre uscirà il suo nuovo singolo intitolato “Dentro” che fa da apripista ad un nuovo progetto che vedrà la luce nel 2016. Ecco cosa ci ha raccontato in merito.

Chi è Edoivan e come nasce la tua passione per la musica?

La mia passione per il suono si può dire che è sempre esistita… In famiglia lo stereo e l’autoradio non erano mai spenti, ed io penso di aver assorbito molto fin da bambino. A nove anni decisi che volevo imparare a suonare il pianoforte, e questo è stato senz’altro un altro importante tassello della mia formazione. A scrivere canzoni tuttavia ho iniziato qualche anno dopo, per il semplice motivo che avevo delle situazioni da raccontare… E, quando è così, la spinta creativa è molto forte… E si passano intere nottate a comporre. Dunque, mi sono dato gli strumenti per potermi esprimere attraverso le canzoni, perché credo che la musica sia una delle forme d’arte più elevate, in grado di suscitare sensazioni forti. Tutto però parte dall’ascolto e dalla conoscenza, sempre… E quando imparare si rivela un piacere, e non una fatica, forse è un’attitudine innata. “

Quale genere prediligi e quali messaggi cerchi di comunicare con le tue canzoni?

Le mie canzoni sono generalmente dance o pop melodico… E ciò che si trova nei miei pezzi è la descrizione di una situazione, di uno stato d’animo: una sorta di fotografia emotiva insomma. Però non amo i testi enigmatici, o eccessivamente zuccherosi: in fondo la vita sa darci la scossa anche senza ghirigori. Preferisco parlare di quotidianità, di momenti, di amore, insomma di cose che appartengono a chiunque… E ognuno può reagire secondo la propria sensibilità. Perciò, non mi piace usare la musica per lanciare messaggi sociali… Se succede, è un effetto collaterale imprevisto. “

Quali sono i grandi artisti che segui e perché?

Premetto che mi piace la dance, soprattutto quella anni ’90, la musica leggera e la pop internazionale. Sono un po’ più distante dal rock, ma ci sono illustri eccezioni a questa regola. La mia ammirazione va infatti a Tina Turner, che considero una delle più grandi performer: la sua energia esplosiva mi ha spesso caricato. Inoltre sono un accanito ascoltatore di Mina… A parte la sua indiscutibile potenzialità vocale, lei ha un gusto musicale nel quale mi ritrovo in pieno, sia per genere che per contenuti. Ci sono poi alcuni artisti internazionali che considero assolutamente geniali, come ad esempio Michael Jackson… Infine, riconosco ad alcuni cantautori storici italiani uno spirito di innovazione oggi decadente… In questo momento mi viene in mente Edoardo Bennato. “

Chi ti ha seguito nel tuo percorso musicale e cosa pensi del panorama dei giovani cantanti di oggi?

Devo dire che nel mio percorso ho sempre rivendicato una certa autonomia. Però ho lavorato con diversi tecnici del suono, che insieme a me hanno confezionato i brani finora prodotti. Penso sia grazie a loro che mi sono appassionato alle tecniche di registrazione e mixaggio: si tratta di cose che non tutti gli autori sono tenuti a conoscere. Attualmente sono prodotto e promosso da due diverse etichette indipendenti: sono realtà dove si riscontra ancora un piacevole entusiasmo. Dalle realtà indipendenti mi piace anche pescare qualche ascolto: l’ultimo singolo che ho acquistato infatti, solo pochi giorni fa, è di una ragazza che si è auto prodotta. Insomma, nascono ancora delle belle cose, ma non bisogna fermarsi soltanto a quello che i media ci sbattono letteralmente in faccia. Oggi infatti ci sono tanti cantanti preparatissimi, con una tecnica spaventosa, ma alla fine quello che sento in TV mi annoia per buona parte. “

Quali sono i segreti per avere successo in questo campo?

Beh, se ci riferiamo al successo discografico, penso sia impossibile perseguirlo senza una solida struttura alle spalle… Trovo che la promozione sia fondamentale, talvolta ancor più della qualità del prodotto. Comunque è importante credere in quel che si fa, e fare quel che si vuole, assecondandosi molto: è un modo per essere unici. Ma il vero successo, in un periodo in cui le vendite di dischi sono crollate, forse lo vedo nella serenità di chi continua a cantare in modo disinteressato… E divertendosi sul serio! Forse oggi è quello il vero successo.”

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