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Italia

Il mondo della danza di due grandi stelle

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Intervista a Emanuele Burrafato e Luciana Savignano

Di Francesca Rossetti

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Emanuele Burrafato e Luciana Savignano sono due grandi nomi nel panorama della danza classica internazionale che ho incontrato a seguito della pubblicazione della biografia su Luciana da parte di Emanuele, a loro la parola.


EMANUELE

Chi è Emanuele Burrafato e come nasce l’idea di una biografia su Luciana Savignano?

Sono una danzatore di formazione classica, attivo principalmente in alcuni teatri italiani come il San Carlo di Napoli, l’Arena di Verona e il Comunale Giuseppe Verdi di Trieste, ma che ha avuto importanti esperienze anche nella danza contemporanea e nella coreografia. Ho iniziato molto tardi e devo moltissimo alla mia prima insegnante, Michelle Ellis, che mi ha supportato e aiutato sempre con passione. Alla mia carriera ho poi affiancato studi universitari che mi hanno portato a intraprendere un nuovo percorso, quello di storico di danza. E’ da queste mie ultime esperienze che è nato il progetto di un un libro dedicato alla Savignano. Avevo già pubblicato tre anni fa un volume su Elisabetta Terabust, dopodiché l’editore Gremese mi ha chiesto di continuare la nostra collaborazione, realizzando il ritratto di un’altra grande stella della danza italiana. In quel momento ho pensato immediatamente a Luciana.

 Avete danzato spesso insieme? In quali balletti?

Abbiamo danzato insieme nel Bolero di Béjart, con la compagnia Aterballetto, una lunga tournée che ci ha portato in tutta Italia e che ci ha dato modo di conoscerci nel tempo. E’ stata l’unica volta, poi ci siamo persi di vista per circa sedici anni, fino a quando non l’ho ricontattata per proporle di scrivere un libro su di lei. 

Quali aneddoti particolari sono riportati nel libro e quali caratteristiche peculiari distinguono Luciana dalle altre danzatrici?

Il libro descrive l’esperienza artistica e umana di Luciana ed è pieno di aneddoti, ci sono avvenimenti della sua vita, testimonianze di amici e colleghi, vicende divertenti accadute sul palcoscenico, successi e periodi bui. Ho raccontato una serie di episodi che a mio avviso illustrano meglio il carattere e la personalità della Savignano. Per quanto riguarda le peculiarità che la distinguono dalle altre danzatrici posso dire che sono molteplici, e ho dedicato gran parte del libro a descriverle. Alberto Testa la definisce, infatti, un unicum nella scena italiana.

Sono previste presentazioni?

Le presentazioni sono iniziate lo scorso maggio, dopo l’uscita del libro. Le prossime saranno a ottobre: saremo in Scala, il 1 a Reggio Emilia, ospiti della compagnia di Michele Merola, il 13 ottobre al Circolo dei Lettori di Torino, nell’ambito del TorinoDanzaFestival, il 15 al Teatro Comunale di Rovigo, il 21 presso la Biblioteca Comunale Mario Ferrari di Sirmione, e il 25 al Teatro San Carlo di Napoli.


LUCIANA

Signora Savignano come nasce la Sua passione per la danza?

La passione per la danza è nata da piccola, ma non era una passione esclusiva. Io ballavo perché mi piaceva ballare, ma mi piaceva anche molto disegnare, realizzavo abiti e costumi teatrali e se non fossi diventata una ballerina mi sarebbe piaciuto fare la costumista. Fu mio padre a iscrivermi alla scuola di ballo, era un appassionato di opera lirica e gli sarebbe piaciuto avere una figlia artista, fu lui a farmi vedere il mio primo spettacolo di danza.Tutto è partito da lì.

Quali grandi Maestri ha conosciuto e cosa cerca di comunicare quando danza?

I maestri sono stati veramente tanti, mi reputo molto fortunata. Posso fare un nome su tutti, Béart. Con lui ho avuto un incontro magico che ha segnato profondamente la mia carriera. Quando danzo io sono veramente me stessa e cerco di trasmettere le mie emozioni, ho sempre pensato fosse questa la cosa più importante, essere veri, onesti, sinceri. La scena ti mette a nudo e se bleffi si vede.

Quali sono i segreti e le qualità per diventare prima ballerina? 

Non credo che ci siano segreti, se non quello di lavorare seriamente e umilmente, occorre un mix di ingredienti, ci vuole talento, passione, serietà e sicuramente anche un pizzico di fortuna.

Quali sono le scuole migliori in Italia e le punte di diamante della danza italiana?

Io mi sono formata alla Scala e credo che sia una scuola eccezionale perché ti dà la possibilità di studiare con maestri italiani, di approfondirti con insegnanti stranieri, e sopratutto l’opportunità di danzare fin da piccola su un palcoscenico prestigioso e emozionante. Io ricordo ancora la gioia che provavo da bambina quando entravo in scena e lì ho avuto fin da piccola la possibilità di incontrare personaggi straordinari.  

Quali episodi particolari sono riportati nel Suo libro e come nasce la Sua amicizia con Emanuele?

In questo libro ho cercato di mettermi a nudo. Sono una persona molto discreta e non mi piace raccontare la mia vita privata, che considero solo mia. Però mi son fidata di Emanuele, mi sono lasciata andare e adesso sono veramente contenta di averlo fatto. Noi ci siamo conosciuti in ambito lavorativo, ma la nostra amicizia si è consolidata durante la stesura del libro, posso solo dire che spero che questo nostro rapporto si consolidi e duri per sempre.

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